Regia di Massy Tadjedin vedi scheda film
Film che scandaglia la sfera sentimentale di una giovane (ed agiata) coppia nell’arco della (scorsa) notte dove i due si trovano lontano fisicamente ed a contatto con due entità dalle quali sono molto attratti (e per diversi motivi).
Michael (Sam Wothington) e Joanna (Keira Knightley) sono una giovane coppia apparentemente felice, ma quando ad una cena la ragazza scorge degli ammiccamenti del suo uomo verso la sua bella, e sconosciuta, collega Laura (Eva Mendes) si sente scossa.
Ed il giorno seguente Michael dovrà partire per lavoro con Laura, tutto pare rientrato, ma poi Joanna incontra un suo vecchio, e mai del tutto sopito, amore (Guillaume Canet) e scoprirà di essere fragile e combattuta.
Lavoro interessante, ma allo stesso tempo sbertucciabile per un sacco di (buoni?) motivi (ad esempio ci sono un po’ troppi dietro front), “Last night” non convince appieno, pur offrendo una fotografia d’insieme di quello che sono amore, desiderio e tradimento, sottile e mentale, oltre che quello prettamente sessuale.
Psicologicamente i personaggi sono combattuti, e questo ci sta, in certe occasioni (vedi trovarsi di fronte una donna procace come Eva Mendes, oppure ritrovare in un momento di dubbio interiore una fiamma che non si è mai del tutto sopita) i loro dubbi e quello che vorrebbero fare ma non possono (e vogliono entrambi), divengono pienamente protagonisti, ma allo stesso tempo il doppio gioco notturno finisce col trascinarsi ed arrotolarsi su se stesso.
Ed il (non) finale ci lascia sbigottiti ed inconsci, il non detto, uno sguardo, una lacrima, (ci) racconta più delle parole (poche e non spese sempre al meglio).
Per il resto, il cast, quattro attori di tutto rispetto, non si muove all’unisono (affascinanti gli amanti, più difficoltosi gli sposini, un po’ per il ruolo, un po’ perché Worthington pare un po’ un pesce fuor d’acqua), sarà anche che i ruoli richiedevano un impegno profondo e una partecipazione ondivaga, mentre il fascino della notte poteva essere sfruttato meglio (almeno meglio di una desolata piscina d’albergo), per quanto la messa in scena non pecchi di una certa eleganza di fondo.
Nel complesso è un film che lascia qualcosa (i dubbi, le pulsioni del fisico e dell’animo che si possono soffocare, ma non rimuovere), che spia i suoi personaggi, che mette in scena più quello che c’è dietro ai fatti (e dentro a se stessi) rispetto a quanto si possa vedere, il che è un bene, ma poi non trova sempre le migliori soluzioni per non far risultare una parte delle scene semplicemente inutili.
Combattuto.
Regia ondivaga.
Trova buoni momenti, ma non manca nemmeno di scadere in una consuetudine sentimentale poco lungimirante.
Nel complesso sufficiente.
Un pò fuori contesto in un ruolo che avrebbe necessitato di maggior partecipazione espressiva.
Sbiadito.
Fa suo il personaggio e partecipa vivamente alla vincenda.
Nulla di trascendentale, ma fa ciò che serve.
Discreta.
Decisamente credibile come donna che fa perdere la testa.
Per il resto come recitazione non lascia il segno (meglio la Knightley), ma la sua figura è efficace quanto serve.
Più che sufficiente.
Oggetto un pò estraneo, ma fa valere il suo essere straniero e la classe non è acqua.
Più che sufficiente.
Piccola apparizione, ma mi ha fatto piacere rivederlo.
Sufficiente.
Mostra buoni spunti, ma più volte si perde in frangenti banali.
Regia discontinua.
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