Regia di Robert Schwentke vedi scheda film
Niente di impegnativo, ma molto ben fatto.
RED, ovvero Retired Extremely Dangerous. Il film si gioca sul contrasto fra i "vecchi" relitti ritirati dell'ambiente dello spionaggio, e i giovani galletti ipertecnologizzati, cui non farebbe male abbassare un po' la cresta. Certo suona strano includere il sempreverde Willis, utile per tutte le stagioni cinematografiche degli action movies, fra i rottami. Più compresi nel ruolo sono i suoi compari. Un cast da urlo. Malkovich, un complottista che vede spie ovunque à la John Nash di A Beautiful Mind (però qui, lui, ci prende spesso e volentieri). Freeman, malato terminale con agganci ovunque, e la Mirren, che può sembrarvi una sussiegosa e beneducata signora dell'alta società, ma guardatevi bene alle spalle, perché ha sempre un mitra a portata di mano. Non manca nemmeno Ernest Borgnine, in una delle sue ultime apparizioni di una carriera infinita, prima della scomparsa avvenuta nel 2012. Il film supera agilmente e abilmente la seriosità intrinseca di tante altre pellicole di spionaggio, e sfrondandosi di tanto pedante linguaggio "spionaggese" che altrove appesantisce il racconto. Malgrado la sua spinta innovativa, RED non è nondimeno immune a certi patologici difetti del cinema di spionaggio: fracasso che confonde e fa calare un pochino il livello di attenzione, tanto spara-spara, un minimo calo nella seconda parte dopo una prima parte molto buona.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta