Regia di Robert Schwentke vedi scheda film
AAA Cercasi pubblico in età pensionabile disperatamente.
Uno sgangherato assortimento di vecchie glorie (ma si potrebbe dire lo stesso degli attori che le interpretano) dell’intelligence made in C.I.A. fa una bella rimpatriata a base di sguardi languidi e nostalgici (da un lato) ed una fitta pioggia di piombo (dall’altro) e, da preda del sistema che ha contribuito a fare grande in un’altra era geologica (quando c’era lo spauracchio dei sovietici a mettere strizza), si fa agguerrito predatore, pronto a (e soprattutto: capace di) tutto, finanche (facendo uno strappo alla sua regola non scritta, ma alquanto evidente) arruolare baldi giovanotti under 60 (ovvero non ancora candidabili alla dignità di R.E.D.).
L’inizio promette bene perché il contrasto fra le abitudini di B.Willis/Frank Moses (quelle da pensionato annoiato e quelle di un passato turbolento e poco lindo) esplode all’improvviso ed invoglia la visione. Il seguito non delude, ma nella seconda parte il gingillo mostra un po’ il fiato corto (PompiereFI); tira un’aria un po’ stantia perché soffia da un’epoca (il Guatemala anni ’80 e la Guerra fredda in generale) che l’anacronistica nostalgia dei protagonisti fa percepire come lontano, dolce ricordo e che, nondimeno, la Storia ha (ben a ragione) seppellito nel cimitero delle brutte esperienze (di cui non pare opportuno tenere vivo un ricordo piacevole). Inoltre l’inflazione di sparatorie ed esplosioni, di colpi proibiti e prove muscolari e finti colpi di scena (ma senza che si abdichi al compito di suscitare qualche sincero sorriso; come quando si delega a J.Malkovic il ruolo dell’ex-agente paranoico, ma sempre letale) si è già vista mille altre volte (con l’aggravante che qui i protagonisti vengono fatti passare per un gruppetto di bizzarri “super-eroi”, dato che, alla loro età, dopo tutto quello sgambettare e sgomitarsi fra di loro non accusano neanche un acciacchetto che sia uno; chessò, un colpetto di tosse o cose simili).
Insomma, trattasi di un discreto prodotto d’intrattenimento, l’opportunità della cui visione dipende principalmente dall’eventuale interesse per l’effetto che provoca l’assistere ad un film dove la somma dei cachet del ricco cast rischia pericolosamente di superare il target di utili messi a bilancio dai produttori.
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