Regia di Drew Dowdle, John Erick Dowdle vedi scheda film
Un film tutto chiuso in un ascensore che si porta a casa le sue due ore esatte senza mai annoiare. Il regista ci presenta la storia, semplice e lineare, con proprietà di linguaggio e un'estetica all'altezza. Tutto è puntuale e ben strutturato ma il difetto del film è proprio questo: uno da un horror si aspetta qualcosa di più viscerale...
Le storie popolari sul diavolo errante fanno parte della nostra cultura fiabistica originaria, prima che fate e folletti ci invadessero dal grande nord.
E la storia narrata nel film è proprio questa, il diavolo è tra noi, è venuto per portarsi via delle anime dannate e si finge una di loro.
I nostri dannati sono 5, chiusi in un ascensore:
Una giovane donna, una guardia di sicurezza di colore, una vecchietta, un uomo sgradevole e un ragazzo un po' losco.
Chi di loro è il diavolo?
L'occhio esterno che segue la vicenda è quello di un poliziotto appena uscito da una tragedia, dannato anche lui ma per colpe non sue, che, guardando tutto dalle telecamere di sicurezza, cerca di guidare il gruppo verso la salvezza.
Può l'uomo sfuggire al diavolo?
Non aspettatevi demoni in digitale o sangue a go go, il film resta sempre molto misurato risultando uno strano connubio tra The Cube e Cluedo.
Io l'ho trovato piacevole. Il regista è sicuramente bravo e si vede in molte soluzioni e inquadrature ma fa la sua parte senza rendersi protagonista bensì ritirandosi dietro le quinte a dirigere l'orchestra. Attori bravi, bella fotografia.
Non c'è nulla di sbagliato in questo film e l'ho anche rivisto molte volte. Se devo trovargli un difetto è sicuramente quello di non sporcarsi mai le mani, di non affondare nella materia del suo genere ma restare in superficie, usando l'horror solo come atmosfera narrativa.
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