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Cold Fish

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Cold Fish

di alan smithee
8 stelle

Con Cold Fish la vena schizoide e sanguinolenta di Sion Sono raggiunge probabilmente il suo apice. Di fatto Cold Fish, thriller furioso e splatter che rasenta la follia onirica di altri autori dell'est come Kim Ji-woon nel sadico riuscitissimo I saw the devil, celebra la lenta, progressiva trasformazione del coniglio in lupo vorace, del mite individuo senza carattere, dalla vita grigia, succube ed incolore, in un focoso autoritario aguzzino nei confronti della famiglia che si ribella dalle proprie responsabilità e ruoli.

Un mite negoziante, proprietario di un piccolo negozio di animali specializzato in pesci d'acqua dolce, vive con la seconda moglie e la figlia avuta dal primo matrimonio.

La avvenente moglie lo aiuta nella conduzione del negozio, e svolge svogliatamente i compiti domestici, prodigandosi nella preparazione di cene al microonde che fanno seguito a shopping distratti e frettolosi. La figlia non accetta la matrigna ed il contrasto tra le due donne crea un'atmosfera esplosiva che si avvampa in ogni occasione.

Quando la figlia viene colta in flagrante mentre taccheggia in un supermercato, la situazione viene salvata in extremis dall'intervento salvifico di un energico commerciante che, grazie alla sua intraprendenza e capacità di persuasione, convince il derubato a non sporgere denuncia.

Poco dopo tale individuo, che viaggia in una fiammeggiante Ferrari e non nasconde l'agiatezza che lo contraddistingue, si rivela come il titolare del più grande negozio specializzato in acquari d'acqua dolce della città.

Ma anziché congedarsi con quell'episodio, il ricco commerciante coinvolge il mite protagonista in una serie di iniziative tra cui l'assunzione della figlia nel grande negozio del concorrente, ed una serie di strampalate operazioni finanziarie in qualità do socio d'opera che tenti di persuadere facoltosi finanziatori a partecipare all'impresa, salvo poi ucciderli brutalmente.

Si, proprio nel modo più crudo e grandguignolesco si possa pensare: avvelenati, sezionati, bruciati e dati in pasto ai pesci in isolati ruscelli di montagna, celebrando un rito quasi esoterico nei pressi dei ruderi di una desolata chiesa cattolica abbandonata.

L'orrore e la discesa negli inferi dell'indicibile, riusciranno tuttavia a forgiare, in un modo inaspettato, il carattere mite ed inoffensivo del grigio protagonista, che saprà ribellarsi al ricatto senza uscita in cui si trova coinvolto, uscendone come un uomo diverso, autoritario e implacabile.

Gran thriller d'atmosfera che celebra la mattanza furente e incontrollabile come la rappresentazione quasi artistica e coreografica di una personalità deviata dalla eccessiva incondizionata obbedienza a regole e vincoli che sono appannaggio dei deboli e dei debosciati, di coloro che si accontentano delle briciole di quel poco che avanza dopo che i furbi, gli arroganti, gli squali, si sono divisi i pezzi migliori.

Una storia terribile ed allucinata, che si completa di momenti e situazioni familiari che denunciano il degrado dei valori e della considerazione dei doveri irrinunciabili che risiedono nell'appartenere responsabilmente ad un nucleo famigliare.

Grandi magnifiche scene grandguignolesche di lotta nel sangue, combattimenti ed accoltellamenti girati con grande maestria in lunghe scene certamente difficoltose, ma che il gran regista giapponese dimostra di saper gestire e coreografare con la sinistra, luciferina, innata abilità che da sempre figura tra le più evidenti doti di un cineasta prolifico ma anche eclettico.

Magnifico il primo piano-sequenza che riprende la spesa svogliata e distratta della giovane seconda moglie del protagonista, intenta ad acquistare i prodotti surgelati che costituiranno la distratta cena preparata a tempo di record poco dopo la chiusura del negozio di acquari.

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