Regia di Shion Sono vedi scheda film
Il poliedrico regista giapponese Sono Shion alle prese con la traduzione cinematografica di un fatto realmente accaduto. Prendete una situazione estrema, al di là di ogni immaginazione, tanto crudele e spietata come solo la realtà sa essere, mettete insieme uno degli artisti più inquieti e dissacratori del panorama asiatico, desideroso di rompere schemi sociali, culturali e linguistici del suo paese, così intravedete Cold Fish. Centoquarantaquattro minuti di adrenalina, di tensione spasmodica, di splatter, di qualcosa che pulsa, respira, nutre, anche se si parla di morte. Uno spento rivenditore di pesci tropicali, Shamoto, diventa suo malgrado socio in affari di un'altro negoziante, Murata, con un negozio molto più fornito del suo. Il modo di fare di quest'ultimo, affabile e clownesco tendente all'invadenza, nasconde una natura perversa e violenta che lo porta a uccidere chiunque non lo asseconda. Il povero Shamoto verrà trascinato in un'inesorabile discesa agli inferi con conseguenze devastanti per la sua vita. La vicenda è costruita da elementi formali di generi diversi, tanto da chiedersi a metà della visione a cosa si sta assistendo, poichè il film si snoda attraverso richiami al dramma psicologico, al noir, all'horror, al giallo, al mèlo, ma la risposta è nel perfetto equilibrio in cui si muove. L'ambiente giapponese descritto è tanto autentico quanto straniante, perlomeno non contiene i soliti elementi distintivi delle metropoli asiatiche, caotiche e confusionarie, didascalicamente riempite di simbologie occidentali, certo che ci sono, ma sono rappresentate nel negozio sfavillante di Murata, dunque circoscritte a una dimensione interiore e personale. La tecnica di ripresa è allucinata e vorticosa, sempre attenta ai particolari. Soggetti animati e inanimati veicolano significati, stati emotivi, sensazioni che trapassano la mdp. La musica è coinvolgente e descrittiva, su tutto il sonoro, la batteria dell'inizio folgorante e del finale è così tribale che sembra suonata dal vivo. Qual'è il punto debole di Cold Fish, perchè a mio avviso non è un capolavoro? E' la misura, ovvero la sua mancanza , quando Sono non limita il macabro, quando eccede nell'efferatezza e non la contiene entro limiti soppotabili per lo spettatore coraggioso. La parte finale non dà respiro, non offre una pausa ri-compensatrice,( anche se per esempio la fine di Shamoto è abilmente circoscritta), ma le scelte narrative e la percezione personale non vanno di pari passo nel linguaggio frenetico dell'autore che opta sempre per soluzioni definitive.
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