Regia di David Michôd vedi scheda film
Ben accolto da molti recensori,passato un pò alla chetichella nelle sale,"Animal Kingdom" è uno dei noir di cui si è molto parlato negli ultimi cinque anni,uno dei lampi con cui ogni tanto il cinema "aussie" si rifà vivo.Un dramma criminale,ispirato ad un vero fatto di cronaca nera,che narra i meccanismi perversi di una famiglia marcia,di delinquenti dalle varie attività illegali,dominata da una matriarca che bacia sulla bocca la progenie in una sarabanda dalle radici che più edipiche non si può:protagonista il giovane Josh,che apre la storia telefonando alla "nonnina" comunicandole la morte per overdose della propria madre,e di lei figlia,e si unisce quindi ai congiunti,che tra una rapina e un omicidio sembrano una versione degli antipodi,e più "reale" della trista famigliola di "Non aprite quella porta".Il film si permette di utilizzare l'attore più noto,Guy Pearce,in un ruolo di fianco,quello del poliziotto che cerca di tutelare il ragazzo nonostante l'indole lo porti a comportarsi male,e a creare un incastro di azioni destinate a causare dolore e rovina,e tuttavia assembla un cast intenso,in cui Jacki Weaver,nei panni di un'epigona di "Ma' Barker" esprime una malvagia quasi elisabettiana,capace di chiamare "tesoro" chiunque e di organizzare un delitto nello stesso tempo.Il regista David Michod mostra buona mano di narratore,anche se talvolta si dilunga su certi particolari e tira via su snodi anche importanti della trama.Senza scomodare l'antropologia criminale di Martin Scorsese,si può dire che questo lungometraggio narra assai bene certe dinamiche perverse,con uno studio del brutale e del feroce nel quotidiano di personaggi come quelli narrati,probabilmente non lontani da gente come camorristi e altro,che hanno un'idea molto pratica della violenza,e della tendenza alla ferocia di certi aspetti umani.
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