Regia di David Michôd vedi scheda film
Veramente tosto questo film australiano, una delle sorprese più gradite del 2010 cinematografico, che racconta una storia piena di spunti e per di più lo fa con uno stile particolarmente interessante e che non cerca assolutamente di scimmiottare un genere, il gangster movie, da sempre molto fortunato.
Anzi si prende spesso l’iniziativa e sferra colpi di scena ben orchestrati.
Josh (James Frecheville) è appena rimasto orfano ed è per questo motivo obbligato a trasferirsi dalla nonna (Jacki Weaver) e dai suoi zii che insieme costituiscono una vera e propria famiglia criminale.
La situazione generale è però molto complicata in quanto stanno combattendo una vera e propria guerra con la polizia ed il tutto degenererà definitivamente quando uno dei fratelli criminali verrà freddato dalle forze dell’ordine.
Anche la vita di Josh sarà così messa in pericolo, mentre un poliziotto tutto d’un pezzo (Guy Pearce) proverà a convincerlo di fare la cosa giusta, i suoi zii lo vedranno come un problema.
Sinteticamente la trama pare essere valida, ma poi è proprio nelle tante scanalature che la contraddistinguono (le tante piccole cose) che il film trova linfa vitale per diramarsi continuamente cambiando anche pelle in più frangenti.
Partenza atipica, particolarmente fredda, ci mette un attimo a carburare, ma trascorsi i primi trenta minuti poi non si scende mai di una marcia.
Colpi di scena che scuotono, attimi di violenza truce, altri di pazzia, altri di intimismo (a volte sincero, altre volte meno) si susseguono, e si entra anche facilmente in contatto con alcuni personaggi (anche grazie a prove attoriali di buon livello), in generale descritti davvero con cura (impressionante la matriarca, ma anche l’evoluzione di Josh, l’innocenza della sua morosina, un dettaglio secondario, ma non lasciato al caso).
E direi che il finale è perfetto per chiudere il cerchio con l’ennesima potente scena (e l’abbraccio con sensazioni invertite tra nipote e nonna), tanto più forte per il suo scaturire da una situazione che pare essere tranquilla (espediente che viene più volte utilizzato e per giunta bene).
Molto buona anche la realizzazione, per esempio mi ha convinto l’uso dell’accompagnamento sonoro che spesso copre i silenzi di scene importanti che vanno a chiudere alcune macrosequenze.
Diciamo che solo per pochi difetti collaterali (non sempre le situazioni sono logiche al 100%) non gli attribuisco il massimo dei voti, comunque direi che questo “Animal Kingdom” si merita assolutamente i tanti elogi che ha ricevuto, in quanto sa dosare temi e momenti differenti con un gusto riuscito e convincente.
Consigliatissimo.
Regia molto valida, molto riuscita la cadenza del racconto, con un ritmo blando, ma mai noioso, che sfocia in momenti di improvvisa adrenalina.
Molto buona anche la direzione degli attori.
Sorprendente.
Da vita ad un pazzo piuttosto riuscito.
Recitazione ponderata.
Bel personaggio maturo il suo, che lui è bravo a rendere umano e credibile.
Spettacolare, inquietante anche quando sorride (soprattutto quando si sente puzza di bruciato alle spalle).
Ruolo ben scritto, ma ancora meglio interpretato.
Sclerato al punto giusto.
Un bel pò monoespressivo, ma la scelta è giusta, visto che entra giovanissimo in un mondo spietato che non conosce.
Davvero innocente e molto carina.
Interessante.
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