Regia di Gianfranco Pannone vedi scheda film
Noi credevamo, ci insegna Martone. Ma Gianfranco Pannone ci crede ancora, nonostante tutto. Alla Mostra di Venezia 2010 il regista napoletano, lui e Ambrogio Sparagna - che ha musicato eccellentemente Ma che storia... - si son fatti fotografare in camicia rossa. Anacronismo idealista che viaggia su pellicola. E Pannone sulla sua imprime decenni di Storia, quelli dell’Italia unita sulla carta e divisa nei fatti. Centocinquant’anni che il regista racconta a modo suo, con uno sguardo originale e critico, ma allo stesso tempo patriottico. Non si e ci risparmia le molte ombre di un passato duro e mai puro, mette mano all’Archivio Luce e alla memoria musicale popolare, ci regala la lettura di autori importanti, radicali e “diversi” (Ibsen e Pavese su tutti), usa un immaginario culturale eclettico rendendolo omogeneo ma mai omologato, facendone un discorso allo stesso tempo istintivo - le immagini sono popolari, offrono visi di lavoratori e cittadini, di briganti ed emigranti - e di alto valore intellettuale. Pannone padroneggia tutto questo materiale con sicurezza, seguendo un sentiero di rigore documentaristico e creativo, offrendoci in soli 78 minuti il racconto di un’Italia difficile e bella, controversa e complicata. Quella che amiamo e odiamo. E amiamo odiare.
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