Regia di Paola Randi vedi scheda film
Napoli, Piazza Dante. Un gruppo di scugnizzi gioca a calcio con una pallina da tennis. Sul lato opposto, una decina di ragazzini srilankesi gioca a cricket. Da questa immagine nasce Into Paradiso, racconta Paola Randi, qui alla sua opera prima, fiorita dal desiderio di realizzare una commedia sull’immigrazione in Italia. I germogli si chiamano Alfonso e Gayan, due destini che si incrociano in una catapecchia eretta abusivamente sul tetto di un palazzo nel cuore di Napoli. Alfonso (Gianfelice Imparato) ha appena perso il suo lavoro, Gayan (Saman Anthony) ha conosciuto gloria e denaro e ora si ritrova costretto nei panni di un badante immigrato. Il capoluogo campano è una scacchiera, bianco e nero, un tavolo da gioco dove si mescolano tra dolo e innocenza culture diversissime sopraffatte dalla medesima povertà. Intento meritevolissimo, risultato altalenante. Dramma grottesco, caricaturale, visionario, drammatico, e poi comico, fiabesco. Tanti ingredienti che purtroppo faticano a diventare una cosa sola. Una paradossale convivenza di registri che stinge i personaggi, e dentro la quale anche la magica atmosfera del quartiere srilankese, così come il coraggio dei temi, perdono smalto.
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