Regia di Paola Randi vedi scheda film
“I morti stanno tranquilli, sono i vivi il vero problema”.
Esordio cinematografico per Paola Randi con una commedia dai toni surreali e contrastanti che mette a contatto, quanto in assoluta evidenza, degli emerginati (qui uno scienziato appena licenziato dopo anni di precariato ed un ex campione srilankese di cricket arrivato in Italia con ben altre aspettative di quanto invece troverà) in cerca di una via d’uscita dai loro guai all’interno di un contesto difficile quali i bassifondi napoletani dove è facile cacciarsi nei problemi.
Alfonso (Gianfelice imparato) ha appena perso il lavoro e si affida all’amico politicante Vincenzo (Peppe Servillo) per risolvere la sua situazione.
Quest’ultimo gli affiderà un incarico in apparenza semplice, ma che lo poterà a contatto con un mondo pericoloso che non conosce, come quello della malavita.
Sarà costretto a fuggire e troverà riparo all’interno della comunità srilankese; qui conoscerà l’appena arrivato Gayan (Saman Anthony), ed insieme proveranno ad uscirne.
Esordio fresco e spigliato, soprattutto visivamente, considerando anche che trattasi di un piccolo film, si assiste a tante piccole e grandi idee che offrono parecchi scorci visionari allettanti e rari da trovare in prodotti analoghi.
Così, se la storia di base appare complessivamente esile e non immune da difetti, tutto quanto (tanto) costruito attorno appare assai migliore, con tanti temi a sostegno come per esempio l’integrazione all’interno di una società insofferente e multietnica, una semplice amicizia che si rinsalda anche di fronte al pericolo ed alle difficoltà fino al finale, che narrativamente appare debole e probabilmente semplicistico quanto non esaustivo, ma che comunque riesce ad essere anche gagliardo.
Anche le scelte di luoghi dove si svolge la trama, vedasi il palazzo-comunità dove si rifugia Alfonso o il supermercato freddo e svuotato dove alloggia il malavitoso di turno, le ho trovate apprezzabili e degne di nota per colori, toni e clima tanto che sembra quasi di respirare gli odori anche stando semplicemente di fronte allo schermo.
Infine, nota a parte per i bellissimi titoli di coda (accompagnati da una traccia audio galvanizzante) nei quali la regista utilizza al meglio la sua esperienza maturata in altri ambiti.
Insomma “Into Paradiso” è un esordio da tenere in considerazione, lontano dal risultare completo ed efficiente sotto tutti i punti di vista, ma gradevole anche nelle sue imperfezioni.
Discreto.
VOTO : 6,5/10.
Direi "buona la prima".
Ha un buon talento rapppresentativo e lo mostra ampiamente.
Spero possa avere altre occasioni in futuro, perchè le meriterebbe in quanto può crescere bene.
Bravo nel rappresentare l'onesto uomo qualunque che si ritrova giocoforza in una situazione più grande di lui che non si meriterebbe.
Discreto.
Volto giusto nel ruolo e nel posto giusto.
Azzeccato.
Semplice, naturale e brava.
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