Regia di Paola Randi vedi scheda film
Potendo scegliere tra i fratelli Servillo, entrambe contemporaneamente nelle sale, sono contento di aver puntato su Peppe, snobbando “Il Gioiellino” di Molaioli con Tony tra le sue file, se non altro perché trovo sia buona abitudine diffidare dei film che reclamizzano in TV durante la programmazione per casalinghe. “Into Paradiso” è una buona opera prima, divertente, napoletana quanto basta ma non solo (tanto più che la regista è milanese), multietnica più per gioco che non per ideologia, luminosa e caciarona, pungente a tratti (la location del clan malavitoso e la vocina sottile del capobanda sono due trovate geniali), ritmata efficacemente ricorrendo anche ad effetti speciali e non (la scena dell’immaginario interrogatorio di polizia), e con una sigla animata finale che è di quelle che ti tengono incollato fino all’ultima nota. Girato in un’isola srilankese contenuta a Napoli, il film intreccia tre storie diverse, e inscena un mondo di relazioni improvvisate, forzate e tenaci. Colorato con molte spruzzate di piccoli personaggi singolari (il duo di delinquentelli che fanno la guardia per strada, la signora che bara a scacchi appassionata di telenovelas), sperimentativo e tradizionalista al tempo stesso, promette di inserirsi nel (forse unico, certamente fragile) filone italiano delle buone idee (mi ha ricordato molto film tipo “Lacapagira”). Auguri alla neo-regista.
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