Un percorso nella quotidianità delle donne dei detenuti nelle carceri di Napoli, in un momento dell’anno simbolico come il Natale: storie di solitudine e dignità, di difficoltà quotidiane. Maddalena e Mariarca, Titina e Stefania, giornate fatte di cura per la casa e per i figli e scandite da una necessità ulteriore, l’attenzione per i mariti che seppure “chiusi” in un altro luogo, sono presenti in ogni momento, con la loro assenza. Si prepara il “pacco”, si rimediano i soldi da lasciare “alla porta”, si cerca la solidarietà nelle relazioni di vicinato e ci si prepara per i faticosi colloqui settimanali.
Note
Gaetano Di Vaio pone l’accento su una forza di volontà che non può lasciare indifferenti, piegata però dalle disfunzioni di una macchina carceraria che è insieme assenza di Stato e presenza di camorra. Applaudito a Venezia 2010 nella defunta sezione Controcampo Italiano, il docufilm punta un faro nella notte e tenta di far luce sulla condizione delle prigioni italiane restando al di qua della barricata, oltre la quale è impossibile stare. Sceglie un linguaggio semplice, come le donne protagoniste, come il messaggio. Senza vezzi e, per fortuna, senza retorica.
Loro non ci sono, nemmeno a Natale. Sono sempre fuori casa. Per vederli, i loro familiari devono affrontare attese interminabili, pigiati tra la folla, in condizioni disumane. Perché loro sono detenuti. Sono rinchiusi a Poggioreale, ma l’inferno in cui sono costretti a vivere continua all’esterno delle mura del carcere, nella strada che conduce alla porta di ingresso dei parenti, nelle… leggi tutto
Loro non ci sono, nemmeno a Natale. Sono sempre fuori casa. Per vederli, i loro familiari devono affrontare attese interminabili, pigiati tra la folla, in condizioni disumane. Perché loro sono detenuti. Sono rinchiusi a Poggioreale, ma l’inferno in cui sono costretti a vivere continua all’esterno delle mura del carcere, nella strada che conduce alla porta di ingresso dei parenti, nelle…
«Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni» scriveva Dostoevskij. Quella raccontata da Gaetano Di Vaio è l’Italia, è Napoli – parte per il tutto – e di civiltà non c’è nemmeno l’ombra. Il loro Natale (già vincitore di svariati festival, tra cui il Babel di Cagliari 2011) è una storia di mogli, madri e figli. Di amore e rabbia, di donne generose…
...me compro o giurnale e me vado a cuccà. Questo antico Blues napoletano me lo ha cantato per anni mio padre, ogni dicembre, per farmi capire che il bilancio famigliare non consentiva grandi aspettative di regali;…
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