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Tarda estate

Regia di Marco De Angelis, Antonio Di Trapani vedi scheda film

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La recensione su Tarda estate

di Thrombeldimbar
3 stelle

Le motivazioni che spingono un giovane giapponese a lasciare la propria terra natia, per trasferirsi in un paese così distante, in termini di spazio e cultura come l'Italia, devono essere indubbiamente molteplici. Non tralasciando il fatto che il giovane Haruhiko Yamanouchi si stabilì nel lontano Millenovecentosettantacinque nel "belpaese". A quel tempo non erano poi molti i giapponesi neo laureati in lingua e letteratura angloamericana a scegliere di vivere in un paese tanto diverso. Questa è una storia vera che potrete consultare anche voi nella biografia dello stesso protagonista del film su Wikipedia, e mi domando se i registi non abbiano preso spunto da questo aspetto per buttar giù la sceneggiatura. Ci deve essere quel qualcosa in più "spiega" il film.. Non può essere valido il solo alibi della passione linguistica straniera e dei viaggi esotici per una così radicale scelta di vita, no, ci deve essere senz'altro di più. Un desiderio di cambiamento intimo e nascosto che spinge il giornalista Kenji (H. Yamanouchi), colto improvvisamente da una grave malattia, verso un altro viaggio a ritroso per constatare, cosa ne è rimasto, del paese natale di provenienza lasciato alle spalle e di quell'amore passato. Questo ricorda molto il pellegrinaggio di Wim Wenders in "Tokyo Ga" alla ricerca spasmodica del mito. Anche se, devo ammetterlo, in questa opera il messaggio filosofico esplicativo non fa riflettere. Mi ha fatto tornare in mente, in un certo senso, la madre buona e sorridente nell'apprezzatissimo film di Ozu "Viaggio a Tokyo". Ma le differenze nell'opera del maestro sono sostanziali.. C'è una poesia più gentile e popolana, senza andare a scomodare i "Mostri Sacri" che vengono studiati in tutto il mondo o addirittura le costellazioni e le "incarnazioni". Sì, c'è tanto amore trascendentale in quelle pellicole in bianco e nero. Come del resto in questo "Tarda Estate", dove i registi Marco de Angelis e Antonio di Trapani tentano, ahimè, di trasmetterlo al pubblico. E lo fanno con stucchevoli, asettiche, inquadrature di detteglio. Rincorrendo, come spesso accade quando si cerca il falso concetto del pretenzioso buon gusto nella sua forma e struttura, alla desolante storiella altolocata "fumosa" ed "elegante" che non riesce a trasmettere le sensazioni giuste. Questo di fatto lo considero come il più grande limite del film, che in un secondo piano critico però sa distingursi per una certa originalità filmica d'autore indipendente. Purtroppo tutto ciò non basta a rendere la storia drammatica interessante. Per me c'è bisogno di quel pizzico di magia e spontanea semplicità che non tutti sanno cogliere. Per questi motivi è giusto sottolineare che "Tarda Estate" è un film mediocre e presuntuoso, riconoscibile perchè collocabile a quella categoria falsa-intellettuale. E, per rendere il film più intelligente, il DVD originale contiene un libricino affabulatore del tutto fuori contesto che va a completare, forse, la cornice della comprensione. 

 

3/10

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