Regia di Giorgia Cecere vedi scheda film
Nella Puglia del dopoguerra una maestra neo diplomata viene assegnata alla scuola elementare di uno sperduto paesino lontano da casa, con grave disappunto della madre. Cartoline di un’Italia d’altri tempi, quelli in cui una donna che lavorava era una rarità (specialmente al sud) e trasferirsi a 150 chilometri di distanza significava andare in un altro mondo. Però il titolo promette una vicenda di crescita attraverso un difficile adattamento, e invece il film contiene altro: per la maggior parte del tempo la protagonista fa tutto tranne che insegnare (e anche allora lo fa in modo discutibile, mescolando lavoro e vita privata); è invece preponderante la parte sentimentale, che all’inizio sembra superflua nella sua scontata contrapposizione fra un damerino inaffidabile e un buzzurro sincero, poi si carica di potenzialità che però non vengono sfruttate. Così la storia di emancipazione rimane monca, penalizzata da un finale deludente. Comunque, trattandosi di un film d’esordio, si può giudicarlo con una certa indulgenza.
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