Regia di Aureliano Amadei vedi scheda film
Spiace. Spiace prima di tutto per i caduti dell’attentato del 2003 a Nassiriya così come per quelli successivi. Spiace per Stefano Rolla, uomo di cinema prematuramente scomparso e poco ricordato. Spiace per Aureliano Amadei, prima scrittore e quindi sceneggiatore e regista tuffatosi in un’impresa più grande di lui. Proprio il calor bianco della vicenda avrebbe richiesto una mano rigorosa, che sapesse limare la scrittura, tanto coinvolta e appassionata quanto amatoriale. Le cadute di stile, infatti, non si contano e scema la partecipazione proprio perché invocata con mezzi scontati e rozzamente manipolatori, a partire dalla petulante e troppo italiana voce over, per passare alla balzellante soggettiva, ai bambini morti e ai primissimi piani (con volto infangato e insanguinato che nessuno in ospedale si cura di lavare, perché fa più pathos). A fronte della costruzione metacinematografica di De Palma, della freddezza pur un po’ estetizzante della Bigelow o della trascinante concitazione di Greengrass, 20 sigarette è semplicemente provinciale. Certo ci voleva del fegato a raccontare dal punto di vista italiano e non militare la tragedia della “missione di pace”. Ma l’eccesso di coraggio sconfina nell’incoscienza.
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