Regia di John Woo, Su Chao-Pin vedi scheda film
Il ritorno del genere wuxiapian in una ricca, avvincente epopea che si nutre, come nella migliore delle tradizioni di coloro che hanno creato il genere, di duelli, battaglie spesso frutto di scontri individuali o comunque ristretti ad una cerchia limitata di contendenti.
Il cappa e spada cinese ha tradizioni cinematografiche antiche ed illustri, che si sono ravvivate di recente grazie a registi come Ang Lee e Zhang Yimou. Mancava all'appello un altro grande regista orientale, e dunque l'incursione di Woo nel genere, seppur come co-regista del piu' anonimo (almeno da noi) Su Chao-Pin, e' una risposta forse quasi prevedibile, ma rassicurante al tempo stesso.
La salma di un anziano monaco buddista esperto in arti e combattimenti, viene tenuta custodita da un potente anziano in quanto dotata di poteri magici, che si trasferiranno su colui che riuscira' a riunire i due pezzi. Una parte viene trafugata da una spietata assassina, membro di una banda di abili e spietati sicari detti "La pietra nera". Una crisi mistica tuttavia spinge la donna a cambiare i connotati del suo volto e a incominciare una nuova vita. Si innamorera' di un giovane apparentemente pacifico e iniziera' una nuova modesta vita, fin quando i vecchi spietati colleghi non riusciranno con tutti i mezzi a farla tornare sul campo di battaglia.
Frizzante di scene d'azione eleganti ed esagerate in cui le regole della gravita' diventano una legge non piu' vincolante, il film, sontuoso e dinamico non presenta nulla di nuovo all'orizzonte, ma esalta e riconferma un genere che trova in maestri ormai conclamati come gli illustri citati, i piu' validi esempi per proseguire - magari con cadenza controllata, senza abbuffate inutili che ne mettano in evidenza la inevitabile ripetitivita' - la storia di un genere epico che ha le stesse salde e valide radici del western o del peplum occidentali.
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