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Surviving Life (Theory and Practice)

Regia di Jan Svankmajer vedi scheda film

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La recensione su Surviving Life (Theory and Practice)

di carlos brigante
8 stelle

Fuori Concorso a Venezia 67 sbarca Jan Svankmajer. Vedere un suo film al cinema non ha prezzo. Poterlo fare, poi, a soli due metri di distanza (in Sala Grande) è qualcosa di impagabile!
Questo suo “
"Prezít svuj zivot” è un'opera realizzata con tecnica mista; un collage di foto, immagini dal vero e naturalmente tanta animazione. E' una “commedia psicanalitica” afferma lo stesso artista ceco ad inizio film, per il solo fatto che è presente uno psicanalista appunto. Ovviamente non è tutto riducibile a questa (semplice) affermazione . Semmai, quanto detto rivela sin da subito tutta l'arte dissacratoria del maestro della stop-motion. Tra uova, galline, donne-gallina, lingue e serpenti, Svankmajer porta in scena la storia di Eugene, uomo di mezza età che si muove con sempre maggior “disinvoltura” tra sogno e realtà, conscio ed inconscio... Freud e Jung. Un viaggio di formazione alla scoperta/ricerca del proprio Sé tra “nuovi” e vecchi incontri.

Dopo un incipit del tutto convincente, il film stenta stranamente a decollare apparendo quasi sin troppo lineare nel suo evolversi narrativo e insinuando il dubbio di un certo “addolcimento” della furente estasi sperimentale svankamajeriana. Fortunatamente questo dubbio svanisce poco alla volta e "Prezít svuj zivot” si conferma un'opera di sicuro interesse anche se lontana dai vertici della sua poetica, risultando un prodotto probabilmente più alla portata di un pubblico a digiuno (o quasi) dei suoi lavori precedenti.
L'attenzione per l'oggetto inanimato (che come per magia si (ri)anima) è ancora presente; lo spirito profondamente surrealista è più che evidente; l'attenzione per il dettaglio non è svanita. Quello che manca è forse quell'originalità a 360° che aveva sempre contraddistinto questo grande “animatore dell'immagine”.
Sicuramente interessante e da vedere, ma lontana dal capolavoro.

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