Regia di Stefano Incerti vedi scheda film
All'inizio si viene messi un po' alla prova dall'assenza di dialoghi e dal fatto che non si capisce bene che cosa traffichi il protagonista. Poi però, le cose si chiariscono un po' e, anche se i dialoghi aumentano poco, si prende ad apprezzare il film per quello che è. Si segue persino la trama con interesse e si trepida un po' per la sorte del protagonista.
Ambientati dunque nel film, devo dire che è ben girato e che non annoia mai. La pellicola è anche uno spaccato di una società dove regna il malaffare a tutti i livelli, anche istituzionali. In questo deserto nasce nel cuore anch'esso deserto del protagonista l'amore per una ragazza che sembra un fiore nato chissà come su un mucchio di immondizia. Quest'amore si presenta inizialmente come l'impulso di proteggere il fiore da chi vorrebbe sciuparlo e calpestarlo, sicché è un amore decisamente disinteressato e praticamente senza ricompensa. E' quasi un miracolo che il sentimento si sia fatto strada in un uomo che è anch'egli parte della corruzione che lo circonda, oppresso poi com'è da una tremenda solitudine scelta volontariamente. Evidentemente, però, nella corazza che si è costruito riesce ad aprirsi un piccolo spiraglio da cui entra un po' di luce, e anche lui si ritrova a saper fare un po' di bene.
Toni Servillo interpreta bene quest'orso solitario e selvatico che è il protagonista, e si può dire abbia proprio il fisico del ruolo. Non a caso ha interpretato con successo un'altra parte simile a questa in "Le conseguenze dell'amore". E' un personaggio complesso e interessante: la scena di lui che si mangia un panino in mutande, nella cucina buia e vuota di casa sua, ha colpito non solo me. Di attori principali oltre a lui c'è solo la brava e bella cinese, ma va detto che tutte le molte comparse o poco più sono ben caratterizzate, benché con pochi tratti. Si pensi al giocatore di poker con i suoi sgherri, o i teppisti che insidiano la cinese nel bar, o ancora i rapinatori del finale. Basta vedere due minuti di fiction televisiva sugli stessi argomenti per rendersi conto che qui siamo lontani anni luce da quei lidi. Per fortuna.
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