Regia di Stefano Incerti vedi scheda film
Un contabile del penitenziario di Poggioreale, disonesto e biscazziere, gioca a poker coi soldi "presi a prestito" dalla cassa e si crogiola in una vita squallida, fatta di solitudine e giri a vuoto nei bassifondi.
Poi si invaghisce di una ragazza cinese e sogna, letteralmente, l'evasione. Tanto in fondo è carcerato pure lui.
Film manifesto di un'idea per me deteriore di cinema, dove bastano un grande attore (peraltro marmorizzato), sequenze sospese e molti silenzi per impressionare.
Tutto sbagliato, a partire dalla recitazione di Servillo, insopportabilmente eccessivo nelle mosse, nella camminata, nelle espressioni bloccate in una maschera che risulta ridicola, mentre nelle intenzioni avrebbe forse dovuto essere grottesca.
Altra tragicomica menzione per la storia d'amore platonica (e anche un po' neomelodica), con un personaggio femminile di rara inconsistenza, che parla solo in cinese e questo dovrebbe bastare come ulteriore simbolo dello straniamento del protagonista (e perchè no, dell'incomunicabilità, che fa sempre un po' Antonioni).
Chiude il film, e peggio non si potrebbe, un finale senza senso narrativo, appiccicato forse per esaurimento di idee di sceneggiatura, per di più scopiazzato malamente dalla scena di un film molto famoso...
Francamente gramo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta