Regia di Stefano Incerti vedi scheda film
VOTO : 6.
Stefano Incerti è un regista interessante per il cinema che cerca di mettere in scena, ma anche in questa circostanza, come quasi sempre gli accade (almeno per quanto ho potuto vedere), non riesce a realizzare un prodotto in cui i valori positivi sorpassino abbondantemente gli aspetti meno convincenti.
Così, se il binomio Gorbaciof-Servillo è un autentico spettacolo, e se la strada autoriale è coraggiosa, purtroppo poi la storia non convince del tutto e le idee non mi sono sembrate sempre originali e soprattutto numerose.
Marino Pacileo (Toni Servillo) detto Gorbaciof a causa di una evidente voglia sulla fronte, è un uomo silenzioso che lavora come contabile presso il carcere di Poggioreale a Napoli.
La sua unica passione è il gioco d’azzardo e quando s’innamorerà di Lila, giovane ragazza cinese che non parla italiano, cominceranno i guai, tra somme di denaro da restituire ad un losco figuro, rapine, aggressioni e, soprattutto, il desiderio di cambiare per sempre vita insieme a lei.
Film che ha sicuramente un suo perché, infatti stilisticamente, ma anche tematicamente, si discosta con vigoria dal cinema italiano medio attuale affrontando una storia minimale e silenziosa, concentrandosi più sugli atteggiamenti, interiori ed esteriori, piuttosto che sulle parole.
Interessante anche la fotografia, mentre è ottimo il lavoro di Toni Servillo che costruisce un personaggio ricco, tra moti interiori, ma soprattutto mosse, come la camminata impostata (o l’imitazione del babbuino sulla metro) e tic, che ben si amalgama con la giovane ragazza cinese così distante da lui, ma alla quale si avvicina.
Purtroppo la storia, che pur presenta caratteristiche degne di nota (anche se confrontata in ambito internazionale perde un po’ di linfa vitale), mi è parsa un po’ povera a livello generale, con un finale un po’ semplicistico nei modi, anche se tutto sommato ci può stare (ma al contempo è anche facilmente intuibile con largo anticipo), ma soprattutto possiede pochi snodi ad arricchire il percorso principale che vede il suo compiersi in circa 75 minuti netti, un po’ poco per un film che avrebbe potuto svilupparsi ulteriormente.
Insomma “Gorbaciof” lascia un pizzico di amaro in bocca (anche qualcosa di più), perché ha dei punti di forza consolidati, ma poi non riesce a spiccare il volo, rimanendo un discreto esperimento nell’asfittico panorama italiano (e per questa suscita anche un po’ di empatia), ma non riuscendo ad andare molto oltre.
Discontinuo.
VOTO : 6.
Altalenante, ha alcune ottime idee, ma altre non convincono più di tanto.
VOTO : 7++.
Suntuosa la costruzione del suo personaggio.
Tic, atteggiamenti, modi di fare, niente pare lasciato al caso, d'altronde credo sia il migliore italiano degli ultimi dieci anni e qui ne da ulteriore conferma (peccato solo che il film non lo segui sempre).
VOTO : 6.
Semplice e carina.
VOTO : 6.
Sufficiente.
VOTO : 6.
Sostanzialmente appropriato.
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