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Gorbaciof

Regia di Stefano Incerti vedi scheda film

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La recensione su Gorbaciof

di mm40
4 stelle

Gorbaciof è un film dignitosamente scritto e realizzato, dai presupposti buoni e dall'esito apprezzabile: cosa non va quindi? Stefano Incerti (già collaboratore di Mario Martone e qui al suo sesto lungometraggio a soggetto) non dà fede al suo cognome e inquadra con mano salda la taciturna presa di coscienza di una discesa all'inferno, quella che il protagonista affronta nel nome di un amore più platonico (se non utopico) che altro; Servillo sguazza in questo ruolo che gli sembra scritto addosso (sceneggiatura di Incerti e di Diego De Silva, già autore per Giuseppe Bertolucci e Roberto Faenza, fra gli altri) e conferisce le sue solite espressioni disilluse e distaccate al Gorbaciof del titolo. Caratterizzazione ben scritta e ben recitata, che è valsa a Servillo un premio al festival belga di Mons; ma quanto originale? Pare di trovarsi di fronte a un sequel - idealmente - de Le conseguenze dell'amore di Sorrentino. E viene il sospetto che impiegare così Servillo sia un vero spreco: ecco una nota negativa, ma non l'unica. C'è anche da rilevare che la storia stessa - parabola decadente e sonnolenta (il ritmo è davvero ai minimi storici, i dialoghi per giunta scarseggiano) di un 'duro' solitario alle prese con un mondo più duro di lui - è francamente già sentita, vive di clichè ormai abusati quantomeno nel cinema italiano degli ultimi anni: il cupo Garrone dell'Imbalsamatore e di Primo amore o ancora il silenzioso commissario della Ragazza del lago di Molaioli (interpretato indovinate da chi?) o ancora il vuoto che attanaglia certi personaggi di Piccioni (Giulia non esce la sera, Fuori dal mondo) e via dicendo. Esteticamente Gorbaciof ha le sue ragioni, ma nei contenuti insomma delude un po'. La morale attorno a cui tutto ruota sta nelle parole (cinesi, sottotitolate) che la ragazza dice al protagonista, pressappoco queste: se la tigre non c'è, le scimmie si fingono tigri. Ma rimangono sempre scimmie. E Gorbaciof è davvero una tigre? Il finale offre la risposta prevedibile. Curiosità: producono Edwige Fenech e Luciano Martino (storico produttore della commedia eroticodemenziale degli anni che furono, nonchè ai tempi compagno della Fenech), insieme a Pelone, Vigliar, Curti. 5/10.

Sulla trama

Gorbaciof, così soprannominato per una grossa voglia sulla fronte, è cassiere del penitenziario napoletano di Poggioreale. Ama il gioco d'azzardo e una ragazza cinese, per la quale farebbe di tutto: anche portare via soldi dalla cassa che custodisce per pagare i debiti del padre di lei. Ma ancora serve altro contante e Gorbaciof si immischia in un giro pericoloso...

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