Marino Pacileo, detto “Gorbaciof” a causa di una vistosa voglia sulla fronte, è il contabile del carcere di Poggioreale a Napoli. Schivo e silenzioso, Pacileo ha una sola passione: il gioco d’azzardo. Quando scopre che il padre di Lila, la giovane cinese di cui è innamorato, non può coprire un debito contratto al gioco, Pacileo sottrae i soldi dalla cassa del carcere per darli alla ragazza. Dal quel momento, tra partite sbagliate, riscossione di tangenti e rapine, inizia una spirale discendente dalla quale non sarà più in grado di uscire.
Note
La sceneggiatura dell’intensa opera di Stefano Incerti (di gran lunga la sua più riuscita) arriva dritta dritta da Carlito’s Way di Brian De Palma: identici la fretta del passo spedito di Servillo (perfetta versione napoletana dello spacciatore portoricano Brigante), l’urgenza di distaccarsi da un destino segnato, il sentore di morte che aleggia fin dalla prima inquadratura, uno sguardo concentrato sul denaro, pensato contato e scommesso (cavalli, bingo, carte, videopoker...) come unico mezzo per svicolare via. Un film, scarnificato eduardianamente e spogliato dell’irresistibile enfasi depalmiana, che parla poco e guarda molto. Conscio e complice dell’inesorabile fatalità.
Il film funziona, gira bene, magari al netto delle scontate sequenze di corteggiamento della ragazza cinese (di cui ci hanno almeno risparmiato la prevedibile scena di sesso). L'atmosfera è convincente. Superlativa la maschera muta di Servillo-Gorbaciof. Voto: 7.
Marino Pacileo è a tutti noto con il nome di Gorbaciof per la vistosa voglia che porta sulla fronte. Fa il contabile nel carcere di Poggioreale a Napoli, non è sposato, vive da solo, ha sempre i capelli unti e ha una camminata frenetica particolarmente fantasiosa. Ha la passione per il gioco e per le partite a poker si rintana notti intere nel retro di un ristorante cinese. E 'qui… leggi tutto
Gorbaciof, nella storpiatura del cognome dell’ex presidente russo ci sta tutta l’ironia irriverente della napoletanità che affibbia il soprannome al protagonista inchiodandolo per sempre ad un personaggio di borgata, una maschera riconoscibile per la voglia sulla fronte indelebile quanto il nome stesso, come i suoi vestiti mai cambiati, la camminata svelta e un po’… leggi tutto
Gorbaciof è un film dignitosamente scritto e realizzato, dai presupposti buoni e dall'esito apprezzabile: cosa non va quindi? Stefano Incerti (già collaboratore di Mario Martone e qui al suo sesto lungometraggio a soggetto) non dà fede al suo cognome e inquadra con mano salda la taciturna presa di coscienza di una discesa all'inferno, quella che il protagonista affronta nel… leggi tutto
Marino Pacileo è un uomo solitario, fa il contabile nel carcere di Poggioreale di Napoli e viene chiamato da tutti Gorbaciof per una vistosa voglia che ha sulla fronte. La sua vita ordinaria è “allietata” solo dalla smodata passione che Gorbaciof ha per il gioco d’azzardo; passione che metterà in pericolo la sua vita quando diventerà difficile…
Gorbaciof (Toni Servillo, La ragazza nella nebbia nel 2017) non ha paura di nessuno e se ci si mette anche un amore inaspettato, allora è convinto che niente potrà fermarlo. Questo film di Stefano Incerti (un David di Donatello nel 1995 per Il verificatore) è soprattutto un’ennesima grande prova d’attore di Servillo. Qui il formidabile interprete di Afragola…
Come definirlo?! Un silent film, pare di assistere ad un monologo mimato di un Tony Servillo simpatico come un calcolo a reni, ma per carità ma che roba è?! Per alcuni versi fa ricordare (le conseguenze dell'amore) dove sempre Servillo faceva la spola tra L'italia ed una compiacente banca Svizzera per conto di un'associazione criminale, lì si che l'atmosfera ed il silente…
Sempre un Servillo ai margini della società, in una spirale che lo porterà ad un tremendo finale. Una vita persa fin dall'inizio, che non trova redenzione nelle azioni che fa, e che lo porta all'abbandono di sè stesso, sebbene avesse trovato un'appiglio da poterlo sorreggere...
Non un film del tutto riuscito.
All'inizio si viene messi un po' alla prova dall'assenza di dialoghi e dal fatto che non si capisce bene che cosa traffichi il protagonista. Poi però, le cose si chiariscono un po' e, anche se i dialoghi aumentano poco, si prende ad apprezzare il film per quello che è. Si segue persino la trama con interesse e si trepida un po' per la sorte del protagonista. Ambientati dunque nel…
Giudizio generoso perchè Incerti filma con una classicità disarmante, talmente semplice da riuscire a "scaraventarci" prima negli occhi e poi nel cuore, la storia del suo protagonista. Che viene braccato (prima) dalla camera e dal mondo che lo circonda ma che soffre, a cui si ribellerà, in un crescendo di tensione fino all'ineluttabile finale. Servillo è gigantesco, il film è tutto sulle…
Il film si regge molto sull'espressività facciale di Servillo, che qui tocca delle vere punte di virtuosismo (insieme al viso dolcissimo di Mi Yang). Il silenzio dei protagonisi è complementato dal frusciare del denaro: che viene incassato, contato, calcolato, sborsato, rubato. E tutti i passaggi di denaro sono, secondo me il lato debole del film, perché non sono chiari i ruoli dei personaggi…
Marino Pacileo, detto anche "Gorbaciof" per via di una macchia sulla fronte, è un ragioniere che lavora in un carcere e, nel tempo libero, si dedica a qualunque gioco d'azzardo. Innamorato (o invaghito) di una ragazza cinese che per colpa del padre rischia di fare una brutta fine, non esiterà per aiutarla a sottrarre soldi al carcere per cui lavora finendo ovviamente nei guai.…
Questo contabile che ha a che fare con videopoker,Cinema,bische,bingo ed altro ancora mi ha letteralmente sfiancato e la visione si e' rivelata monotona.voto.4.
Film che merita la visione, quantomeno per apprezzare il grande Servillo a suo agio (e quando mai che non lo fosse...) in un personaggio apparentemente freddo e privo di mordente, con un'espressivita' aiminimi termini. Eppure ne esce un ritratto di grande spessore,in una trama di per se' esile ma che,mai come in questo caso, sembra essere in secondo piano rispetto alla caratterizzazione dei…
Un contabile del penitenziario di Poggioreale, disonesto e biscazziere, gioca a poker coi soldi "presi a prestito" dalla cassa e si crogiola in una vita squallida, fatta di solitudine e giri a vuoto nei bassifondi. Poi si invaghisce di una ragazza cinese e sogna, letteralmente, l'evasione. Tanto in fondo è carcerato pure lui. Film manifesto di un'idea per me deteriore di cinema, dove bastano…
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Commenti (3) vedi tutti
Film molto crudo, basato su lunghi silenzi e diffusa corruzione, Complessivamente discreto.
commento di Falco00Il film funziona, gira bene, magari al netto delle scontate sequenze di corteggiamento della ragazza cinese (di cui ci hanno almeno risparmiato la prevedibile scena di sesso). L'atmosfera è convincente. Superlativa la maschera muta di Servillo-Gorbaciof. Voto: 7.
commento di andenkoE' un film di una durezza di una reltà peraltro molto presente.
commento di fralle