Regia di Giuseppe Gaudino, Isabella Sandri vedi scheda film
Si presenta come un biopic Per questi stretti morire (cartografia di una passione), opera della coppia di documentaristi Isabella Sandri & Giuseppe M. Gaudino. Agiografico scavo nella vita e nelle opere di Alberto Maria De Agostini (1883-1960), esploratore, cineasta, fotografo e sacerdote salesiano, partito all’età di ventisei anni alla volta della Patagonia. Il ritratto lascia presto spazio alle immagini, quelle raccolte dopo lunghe ricerche negli archivi piemontesi (frutto del rapporto del missionario con l’inseparabile cinepresa), quelle del presente girate nella Terra del Fuoco. Frammenti di luoghi in cui la natura vince il tempo, anche la morte del popolo Indios che il colonialismo ha spazzato via con tutta la sua forza distruttrice. Sarebbero bastate le immagini, fiordi e colonne di iceberg di un azzurro intenso, ghiacciai e fotogrammi in bianco e nero che cristallizzano la storia di De Agostini esploratore. E invece, due topi da biblioteca, e con essi la finzione, prendono vita in una cantina piena di materiali, per ricostruire, per riflettere - in maniera ripetitiva - la contemporaneità. Sete di conoscenza, volontà di comprendere ciò che il tempo seppellisce inesorabile. Un po’ troppo per un unico sforzo documentario, stucchevole a tratti la ricostruzione, eccessivamente rimarcate metafore e sottotesti. Le immagini, quelle sì commoventi nella loro possente semplicità, immobili a invocare un po’ di silenzio.
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