Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film
L'Essenza della vita, della morte, di Dio. L'Assenza della vita, della morte, di Dio. Sopravvivere alla fame e alla sete. Fame e sete di che cosa? Di cibo? Di acqua? Di potere? Di vittoria?. L'essere umano. Impossibile avere possibilità di scelta - eppure, comunque, sopravvivere. Trovarsi con le spalle al muro senza preavviso, ricucirsi i polsi. Fondersi con gli alberi, con il suolo e poi con il sottosuolo - il cielo non esiste. Soldati che diventano cani, cani che diventano soldati. La natura è un ottimo tetto, ma anche una meravigliosa tomba. L'ambizione bellica divora tutto, oscura la mente, l'anima, ogni cosa. Il silenzio di Mohammed è potente e insignificante : non rappresenta nulla, non è metaforico, non è simbolico, non è apocalittico. Non parla, punto e basta. Ma questo assordante mutismo scaraventa lo spettatore, con delicata violenza, all'interno del cuore pulsante della pellicola : il pubblico, in apnea, si fonde mentalmente e fisicamente con il protagonista, respira e ansima insieme a Mohammed - ha paura, è teso. Divinità che parlano, parlano e parlano. Ma il sangue non si ferma, e nemmeno le lacrime ; esse scorrono via come fiumi silenziosi. Chi se ne frega delle lacrime altrui, no? E' solo un fuggitivo, tanto è solo un fuggitivo. Sembra un animale umanizzato, trascendentale, quasi empatico ; sembra un'entità primordiale, appena (ri)nata, ma già pronta a morire, con la consapevolezza di chi ha il fiato (di cerbero) sul collo, senza paura, lontana dalla Terra, dalla Luna e dalla razionalità. Nevica ancora, dentro e fuori, soprattutto dentro. Congelati e infreddoliti da sempre. La fortuna non esiste, il coraggio e la forza si, ma appartengono a pochi ; appartengono a chi si allontana dal mondo, a chi fa ritorno alle origini - all'essenza del guerriero primitivo, con le spalle al muro -, a chi si affida completamente ai propri sensi, a chi è messo a dura prova, a chi lotta contro se stesso, contro il mondo. Finalmente in pace, silenzio - lontano dal mondo, lontano dai mostri, lontano dalle armi. Silenzio, è giunta l'ora di tornare a casa, alla pace dimenticata, di aspettare la primavera dello spirito imprigionato. Libertà e morte - reale (co)esistenza. Jerzy Skolimowski realizza un'opera sincera, che non scende a compromessi. Essential Killing trascende Hollywood ; è un film d'azione pura - un'azione che parte dagli organi, dallo sguardo, dall'uomo indifeso, senza appoggi e senza vie di fuga ; azione degli sguardi, dei silenzi, delle urla interiori. Una pellicola unica, che è già in estinzione. Involuzione. Herzog, Grandrieux. Essential Killing è cinema evocativo, comunicativo - un cinema di rumori, di spasmi, di convulsioni. Un ritorno allo stato primordiale dell'uomo-animale, all'unico stato possibile per rimanere in vita : non c'è partenza, non c' è traguardo, non c'è sentimento, ma esiste solo la Sopravvivenza. Essential Cinema.
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