Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film
Intrigante. Un "pezzo" di cinema nudo e crudo che affascina nella sua (non) semplicità. Essenzialmente il filmato di una fuga. Disperata, istintiva, estenuante. Una sorta di purgatorio in movimento che colpisce il combattente afgano Mohammed - presunto terrorista islamico - che prima viene catturato dalle forze speciali americane e poi, durante il trasferimento in terra polacca, ha modo di scappare grazie ad un banalissimo incidente stradale. Istinto di sopravvivenza davanti a tutto, il protagonista inizia un vero e proprio calvario naturale in cui tutto pare essergli apertamente ostile: gli uomini, la vegetazione, la fauna, il clima, il tempo forse addirittura il proprio Dio. Skolimowski parla per immagini avvalendosi di uno script praticamente senza battute e dà il meglio di sé stesso nella concitazione degli eventi, muovendo la macchina da presa in simbiosi con il suo protagonista fra scenari innevati e gelidi che tolgono realmente il fiato. Nonostante la felice intuizione però, il nostro non riesce ad elevarsi al di sopra delle implicazioni morali ed intenta possibili spiegazioni attraverso innesti onirici francamente superflui e didascalici. Imperfezioni a parte, un copione (si fa per dire) perfetto per quella pecora nera anticonformista di Vincent Gallo che qui aderisce con l'usuale e maniacale partecipazione alle vicissitudini dell'ennesimo personaggio limite all'interno della sua bizzarra filmografia.
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