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Norwegian Wood

Regia di Anh Hung Tran vedi scheda film

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La recensione su Norwegian Wood

di bradipo68
6 stelle

Se volessimo riassumere Norwegian Wood in poche parole potremmo affermare che è un racconto di formazione,di crescita,di esperienza.Il percorso che da adolescente fa diventare adulti.E questa crescita può essere molto dolorosa.Il nuovo film di Tran Anh Hung è un film che cerca di dimostrare quanto sia inscindibile il legame tra Eros e Thanatos,la morte vi aleggia come una cappa oscura quasi sfuggendo alle traiettorie illogiche del destino.L'amicizia di fine anni 60 tra Watanabe ,Naoko e  Kizuki il fidanzato di lei è prima funestata dalla morte di Kizuki(suicidio) e poi dalla percezione sempre più opprimente di Naoko di essere incapace di amare(non solo fisicamente come fa intendere il film,c'è qualcosa di più profondo).E' l'amore mai consumato con Kizuki,un senso di colpa che divora tutto,il sentirsi inadeguata sempre e comunque.E questo si ripercuote nel tentativo di relazione con Watanabe.La relazione inizia ma precipita allorchè lui domanda di Kizuki.Lui dal canto suo se è frustrato dall'umore saturnino di Naoko riesce a "dimenticarla" intrecciando una relazione con la solare Midori,tutto l'opposto dell'altra.Ma anche qui vengono fuori le spine,Watanabe va a trovare Naoko rinchiusa da tempo in una specie di istituto psichiatrico...Impossibile dire di più.Il film supera ampiamente le due ore e forse non se ne sentiva l'urgenza:il racconto è incastonato nello scenario storico ma non lo sfrutta e ci sono momenti o personaggi collaterali non così necessari per l'economia del racconto.Norwegian Wood è un film bellissimo da vedere in cui la cinepresa di Tran Anh Hung si muove in continuazione disegnando sequenze pittoriche di rara bellezza(la scena dell'ultimo incontro di Watanabe e Naoko sotto la neve,un ideale unione tra amore e morte messa in immagini come meglio non si potrebbe).Il problema è che da un certo punto del film in avanti la bellezza delle immagini sopravanza nettamente il racconto quasi relegandolo in secondo piano.La cappa di morte che aleggia sul film si trasforma in una sensazione di gelo che non permette di empatizzare i personaggi e appassionarsi più di tanto alla loro storia.E pensare che il libro da cui è tratto è uno dei romanzi di formazione più noti in Giappone quindi questa era una trasposizione cinematografica parecchio attesa.Fondamentale la colonna sonora di Johnny Greenwood che sottolinea al meglio i passaggi importanti del film,bellissima la fotografia che si dimostra mutevole a seconda di quello che si sta narrando:cupa e fredda negli incontri con Naoko,ricca di toni saturi in quelli con Midori,addirittura dai toni grigi metallici nelle scene di sesso che il regista sceglie di girare in primissimo piano concentrandosi solo sui volti.A mio parere il problema di questo film è che lo stile calligrafico e a volte lezioso di  Tran Anh Hung è distante(se non antitetico) con il dolore e la passione di questo romanzo di formazione.In sostanza un film che appaga l'occhio e meno il cuore.Ottima la prova dei tre bellissimi protagonisti.

Su

la regia è stilizzata,sfocia nel manierismo formale

Su Rinko Kikuchi

eccellente nella parte di Naoko

Su Ken'ichi Matsuyama

ottimo nella parte di Watanabe

Su Kiko Mizuhara

incantevole nel ruolo di Midori

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