Regia di Takashi Miike vedi scheda film
- Essere un samurai è una gran bella seccatura...
Frase chiave di un film che segue la grande tradizione nipponica sul tema samurai e onore. Figure mitizzate che Miike tratta con i guanti di velluto, senza dissacrare, senza rivisitare eccessivamente, ma contestualizzando il tutto alla sua poetica e ai suoi tempi. E allora via alla disillusione e alla consapevolezza dell'inutilità di una vita passata sotto una disciplina e un dovere irrazionali. Ma i samurai comunque sia, porteranno a termine la missione suicida, le tradizioni verranno rispettate, la vendetta contro un novello Caligola sarà compiuta, il sistema di comando andato in tilt per le sue efferatezze ripartirà da capo. Questo Giappone arcaico, violento e medioevale, ci viene presentato all'inizio dell'opera con una didascalia geniale: 100 anni prima delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki (appena un secolo!). Cinematograficamente parlando, l'elemento horror-shock che caratterizza alcuni momenti della prima parte si affievolisce e diventa clamorosamente più contenuto nella famigerata e infinita battaglia finale. Forse il regista non voleva uscire troppo dal 'genere' e sconfinare nello splatter più scatenato, per omaggiare ancora una volta i padri nobili del filone. Bello.
P.S. E' il primo film che vedo dello smisurato curriculum di Miike, quindi la mia attendibilità è quello che è... ;-)
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