Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Takashi Miike è il cineasta più veloce e prolifico del mondo. E anche se c’è del metodo nella sua follia, può capitare a volte di scorgere nella sua opera segni di un’evidente e compiaciuta gestione della sua fama di cineasta estremo. Nel confrontarsi con una vicenda portata già sullo schermo (tra l’altro anche dal grande Mizoguchi), Miike manifesta, invece, l’irriducibilità del suo carattere nipponico. A dispetto di tutte le contaminazioni e di tutti gli estremismi del suo cinema, 13 assassini dimostra che in Miike alberga anche un classicista disposto a mettere il silenziatore ai propri eccessi per essere ammesso nell’arcadia dei maestri. Nel rievocare la storia del ronin coinvolto in un complotto per mettere fine al regno del terrore di un potente signore della guerra, Miike non solo chiama a raccolta i maestri del genere come Kurosawa, Kobayashi, Misumi e Gosha ma, lavorando il genere con grande rigore, evidenzia con accortezza i propri punti di rottura dall’etica samurai. Racconto fluviale che mette in scena una battaglia finale interminabile, 13 assassini appartiene senz’ombra di dubbio al novero delle opere più complesse e affascinanti del regista. Oltre a essere il più veloce e prolifico, Takashi Miike è anche il più imprevedibile dei registi contemporanei.
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