Regia di Takashi Miike vedi scheda film
13 Assassini per eliminare il fratellastro dello shogun. Un sadico viziato e disturbato che imperversa per le provincie giapponesi bramando uno stato di guerra e caos perenne. Un bastardo squilibrato di quelli che contano, impossibile da togliere di mezzo in via “ufficiale”. Scatta allora la congiura per il bene del popolo, un piano omicida d’emergenza affidato all’immarcescibile fedeltà di un manipolo di ronin pronti a tutto. Plot semplice e lineare che nelle mani di Miike diviene pretesto per un confronto più ampio fra tradizione e progresso, fra coraggio e viltà, fra dedizione ed irrefrenabile egoismo. Un pacato e strategico preambolo morale per inquadrare i personaggi prima di lasciarli massacrare fra di loro in una lunghissima sequenza di battaglia che si divora via metà film. Onore e sangue, il sacrificio della carne. Materiale classico rivisitato in un’esasperazione di violenza che travolge tutto e tutti senza risparmiare nessuno. Un esercizio di stile perfettamente nelle corde del talentuoso regista nipponico che gira senza un attimo di stanca, avvalendosi di un cast perfetto e di una gestione scenografica e coreografica magistrale. Da non confondere con i deliri primitivo-patinati di un qualsiasi "300".
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