Regia di Takashi Miike vedi scheda film
"Morire per il proprio padrone è il destino di un samurai; morire per il proprio marito è il destino di una moglie." Con questa massima e terribili e atroci delitti al seguito calca la scena il nobile Naritsugu, una delle maschere più dense di cattiveria mai viste sul grande schermo, fratello minore dello Shogun in carica. Solo il Giappone medievale può partorire simili nefandezze e solo Miike, tra i pochi, può andare a nozze con cotanta violenza. A sbarrare la strada alla perfidia di Naritsugu viene assoldato in segreto dal gran ciambellano Shinzaemon Shimada, maestro nell'arte della spada, che allestendo una squadra di valenti guerrieri declama: "Sarà una sfida: colui che dà valore alla propria vita è destinato a morire come un cane." I 13 assassini del titolo, ronin rapidi e implacabili (ma ne fanno parte anche il capo della polizia militare, il nipote di Shimada e una guida montana un po' suonata) attuano un piano per attaccare e uccidere Naritsugu e restituire onore e credibilità allo Shogun, impossibilitato a scontrarsi direttamente col sanguinario e stolto fratello per non infangare la casata. Metteranno a ferro e a fuoco un intero paese. Il talento visivo del prolifico regista giapponese è palese, piace e colpisce per chiarezza di idee ed eleganza. La vicenda è semplice ma ben condotta e spettacolare, grazie anche all'accurata scelta degli ambienti e alla ricostruzione scenica (tori digitali a parte).
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