Regia di Jafar Panahi vedi scheda film
Uno struggente bozzetto sulla disperazione della miseria che sfocia in solidarietà tra poveri. In un Iran dedito alla religione, al commercio ed alle armi, l’innocenza di due piccoli mendicanti che camminano tra la folla con il tamburo e la fisarmonica è un atto di denuncia contro un malinteso senso di forza e di grandezza. In una nazione emblematicamente raffigurata come un mercato affiancato da una moschea, i due bambini rappresentano il cuore invisibile, eppure palpitante, dell’umanità che vive con semplicità e con semplicità dona e ama, al di sotto degli altisonanti proclami della politica. La musica suonata per chiedere l’elemosina è come una melodia sommessa, che, però, parlando direttamente al cuore della gente che passa per la via, arriva a sovrastare il fragore del potere, e ad essere infinitamente dolce e bella, molto più della merce ricca e colorata che fa da contorno a quel piccolo concerto. Jafar Panahi riesce a concentrare, in questo corto di appena sette minuti, l’essenza di un realismo tanto sensibile da diventare romantico, e ricco di una poesia fragile e spontanea, che spezza il dolore con una punta di disarmante tenerezza, come quella contenuta nello sguardo imbronciato di un bambino.
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