Regia di Richard J. Lewis vedi scheda film
Barney ci racconta la sua versione: della sua vita, dei suoi matrimoni ,di se stesso ,del rapporto con suo padre e del suo modo di essere così distante dagli stereotipi.
Il film di Lewis sembra un biopic ma in realtà il nostro Barney è solo un personaggio letterario che prende vita e impressiona la pellicola ,una creatura di carta nata nel romanzo di Mordecai Richler che assume le forme di uno strepitoso Paul Giamatti, classico tipo che della sua mediocrità fisica è riuscito a fare un punto di forza.
Un tipo ostentamente sotto la media che ti entra sottopelle perchè sei convinto sempre di essergli superiore.
Crea simpatia ed empatia, volontà di immedesimarsi perchè è un medio(cre) che ha cervello e successo praticamente in ogni campo.
Un self made man che ha il dono dell'ironia urbi (una Roma da cartolina ma almeno si evitano i luoghi comuni legati all'italianità) et orbi da dispensare prima di tutto a se stesso e poi a tutto il mondo che lo circonda.
La versione di Barney è un film giamatticentrico in cui il grandissimo Paul Giamatti è il pianeta luminoso attorno al quale ruotano molti satelliti che brillano di luce propria.
E il più luminoso è un pimpante Dustin Hoffman,nella parte del padre, che è un adeguato contrappunto alla recitazione di Giamatti. E'un incredibile piacere vederli assieme in scena quasi a sfidarsi in una gara di bravura con le loro interpretazioni antitetiche del mestiere dell'attore.
A uno piace stare sotto e tra le righe,all'altro soprattutto in vecchiaia piace stare poggiato sopra le righe, senza esagerare troppo, senza diventare caricatura di se stesso.
Barney racconta la sua versione ma non si fa fatica a credergli: in quello che racconta c'è ben poco di edulcorato o ipocrita. Sembra sincero, sembra non avere ragione di mentire dopo aver confessato tutte le sgradevolezze che lo riguardano lungo una vita stracolma di avvenimenti.
Il declino arriva ed è un colpo a tradimento come quella lapide accanto ancora vuota ma già pronta all'uso.
Il problema che afligge questo film che cerca meritoriamente di uscire dalle strette pastoie hollywoodiane è che l'empatia per Barney non basta e la compilazione degli avvenimenti della sua vita raramente suscita vera passione.
Sembra un biopic ma non è : è una storia lunga una vita in cui permangono anche parecchi coni d'ombra che neanche la schiettezza di Barney riesce ad illuminare.
E diciamo la verità, quando non sono in scena Giamatti e Hoffman l'interesse fatalmente decresce anche se tutti fanno anche più di quello che permette il loro talento.
La confezione è di lusso. Ma era implicito.
Molte comparsate di celebrità in omaggio a Mordecai Richler.
la regia non incide come dovrebbe.
non male
un ritorno ad altissimo livello
non male
personaggio di contorno
favoloso
ribaldo il giusto...
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