Regia di Richard J. Lewis vedi scheda film
Barney Panofsky è un uomo che ha un certo talento nello sbagliare donna da sposare,difatti dopo due matrimoni con le persone non giuste,ne troverebbe una veramente amata,con un padre poliziotto avvezzo alla parlata greve,diviene da artistoide squattrinato un producer televisivo di buon successo,ma contiene difficilmente il brutto carattere che ha e approda sventuratamente ad una terza età contraddistinta da fattori poco benevoli:la traduzione in film del best-seller "La versione di Barney",di Mordecai Richter,è coprodotta tra Canada e Italia,ed affidata ad un regista che finora aveva diretto solo la terza puntata di "Poliziotto a quattro zampe",e quindi certo,almeno per ora, non un autore di vaglia. C'è chi,tra i recensori,ne ha lamentato la diminuzione della vena caustica in sceneggiatura,ma senza aver letto il romanzo, il film è una commedia drammatica riuscita,anche e soprattutto per l'apporto attoriale in primis di Paul Giamatti,che offre il suo faccione da rana gigante ad un carattere contorto,zeppo di difetti,simpatico ma anche meschino,rissoso ma anche affettuoso,impulsivo e inaspettatamente sentimentale,ma anche del resto del cast,in cui spicca un Dustin Hoffman in un ruolo di composizione come quello del padre,cinque scene in tutto,che da tempo non vedevamo così in forma. La parabola di Barney,condita da elementi suspence (ciò che ruota attorno all'amico del cuore poi fedifrago sparito misteriosamente) e agrodolci (la parte sentimentale),si dipana in un'umanissima estensione di guai e gioie,errori e slanci,gesti stupidi e occasioni prese al volo. Da antologia la sequenza della "fuga" dal matrimonio a rincorrere sul metrò l'ospite che ha fatto scaturire nel protagonista il vero colpo di fulmine della sua esistenza,così come resta impressa la scena della morte del padre in un bordello,salutato da un'irrefrenabile risata da parte dell'antieroe al centro del racconto. Un film che porta in sè l'impronta ebraica di uno humour adulto,sottile e che spinge a non prendere assolutamente sul serio soprattutto i grandi temi come l'Amore,la Vita,la Morte,i legami tra esseri umani.Qua e là è avvertibile qualche traccia alleniana,rimane magari il leggero rimpianto di una storia simile in mano ad un autore più smaliziato e con una mano più personale:ma è sempre difficile adattare un romanzo che a tanti è piaciuto senza deludere nessuno.
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