Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
VOTO : 7.
Film durissimo, per certe dinamiche addirittura quasi sconvolgente, questo secondo lavoro di Pablo Larrain ancora una volta accompagnato in scena dalle capacità recitative di Alfredo Castro, nuovamente molto convincente, dopo l’interessante “Tony Manero”.
Cile 1973, Mario Cornejo (Alfredo Castro) lavora come dattilografo presso un obitorio quando l’esercito, in seguito al rovesciamento del governo, intraprende una feroce repressione contraddistinta da tantissime vittime che finiscono con l’affollare le sale della struttura.
Tra le persone scomparse c’è pure Nancy Puelmas (Antonia Zegers), la vicina di casa di Mario e ballerina presso un locale di cabaret; l’uomo la vorrebbe pure sposare pur non conoscendola bene (lei lo chiama addirittura “vicino”).
Ma poi, mentre il suo lavoro si fa sempre più pesante ed insopportabile, Mario la ritrova nascosta nella sua casa.
Larrain realizza un altro film dal forte impatto emotivo e sociale, e lo fa con un stile adatto alla situazione con colori spenti, dialoghi ridotti al minimo necessario, ma tanti atteggiamenti e piccoli grandi eventi che riempiono con continuità la scena.
Ci troviamo così di fronte ad una visione potente nella quale la (sconvolta) storia pubblica di una nazione si compenetra con quella piccola e privata (oltre che impossibile) di una storia d’amore che non fa nemmeno tempo a partire come si deve.
Ed il finale, con quei quasi cinque minuti fatti di ripetuti gesti, diventa un macigno in grado di segnare la coscienza, che chiude il cerchio con quanto visto in precedenza (l’autopsia per morte per mancanza di cibo), tra rumori opprimenti ed una sensazione che ti stringe lentamente l’esofago.
Film dunque difficile, asciutto (in realtà scene di violenza non si vedono, se non per i lasciti dolorosi delle stesse), ostico per il suo essere per lo più ambientato tra i cadaveri di un obitorio e per l’aver affrontato una storia lontana per geografia e tempo, ma forse anche proprio per questo terribilmente forte.
Particolare e ricco di inventiva, Larrain si conferma un regista da tenere d’occhio nel prossimo futuro.
VOTO : 7.
Seconda regia decisamente meritevole di attenzione. Stile durissimo e scelte coraggiose ne contraddistinguono la performance.
VOTO : 6/7.
Meno appariscente rispetto al precedente "Tony Manero", ma comunque significativo strumento per il racconto di Larrain.
VOTO : 6++.
Interessante.
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