Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
Dopo lo splendido Tony Manero, Pablo Larrain torna in concorso a Venezia 2010 con un film ancor piu’ bello. Siamo in Cile anni '70, in piena dittatura: la cinepresa insegue la vita silenziosa e solitaria di un riservato e ambiguo impiegato del ministero della sanita’, impegnato a redigere sotto dettatura referti medici rivenienti da autopsie che impudicamente la macchina ci mostra in tutto il loro orrore.
Un giorno l’uomo conosce una stagionata ballerina, sua vicina di casa, licenziata da uno scadente spettacolo perche’ troppo magra, e prova con lei ad instaurare un rapporto che lo allontani dal totale isolamento. Nel frattempo la protesta del popolo sostenitore di Allende sale e le morti violente aumentano fino a riempire i foschi obitori statali.
Continua il folle viaggio del talentuoso regista cileno in un purgatorio apocalittico davvero inquietante.
Il suo protagonista, sempre il solito Tony Manero nervoso e incontrollabile, quasi un personale Antoine Donel del regista (e di fatto molto somigliante a Jean Pierre Leaud) e’ perfetto nel rendere un personaggio fosco e immorale, ma un angelo in confronto ai loschi individui che lo circondano.
Un altro gioiello uscito in sala solo clandestinamente.
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