Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Nella Spagna dittatoriale di Franco un pagliaccio, Javier - figlio d'arte di un eroe quasi involontario della resistenza - traumatizzato dagli orrori della guerra e per questo cresciuto insicuro e tendente alla maliconia, trova da adulto un lavoro in un circo col ruolo di "pagliaccio triste", una sorta di spalla di quello allegro, ruolo affidato al capo branco Sergio. Quest'ultimo presto rivela tutta la sua folle indole tra il sadico e il violento, che sfoga da ubriaco sul corpo della splendida trapezista Natalia, la sua donna. Javier si innamora quasi subito della splendida fanciulla, che ricambia il sentimento con del semplice affetto, che non fa che illudere il pagliaccio triste. In realta' la giovane resta legata da un rapporto amoroso/soverchiante con il folle Sergio, che in un raptus di follia quasi uccide Javier, sorpreso in disparte con la fidanzata.
I sentimenti spesso fanno degenerare il carattere delle persone che li vivono e presto il mite Javier si trasforma dapprima in cane da riporto per la corte dittatoriale al governo, poi in un folletto maligno che semina terrore e morte nelle strade della capitale, mentre la rivolta contro il regime non accenna a placarsi. I ruoli centrali delle donne e le contese amorose che ne derivano vanno spesso di pari passo con le grandi tragedie che segnano le epoche storiche piu' buie e controverse. Javier e Sergio, entrambi sfigurati per amore (ed esteticamente quasi identici rispettivamente al Pinguino-Danny De Vito e al Joker-Jack Nicholson del Batman di Tim Burton), si scambiano i ruoli di vittima e carnefice in molteplici occasioni.
Il film si ingarbuglia, ma tiene testa mirabilmente alla complessita' di una vicenda che si prende carico di mescolare fatti chiaramente di pura fantasia a notizie di cronaca come sanguinosi tragici attentati che hanno caratterizzato gli ultimi anni della dittatura franchista. Un finale al cardiopalma su un monumento a forma di croce segna la fine tragica di una vicenda in cui a pagare le conseguenze della cupidigia, della possessivita' e dell'egoismo umano sono sempre i piu' deboli ed indifesi. Un pianto disperato di Javier e un riso amaro di Sergio chiudono emblematicamente una pellicola straordinariamente vitale e piena di passione e sentimento, dalla straripante forza narrativa orchestrata con perfetta padronanza da un grande regista in piena maturita' artistica.
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