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Pietro

Regia di Daniele Gaglianone vedi scheda film

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La recensione su Pietro

di FilmTv Rivista
8 stelle

Dobbiamo ringraziare Daniele Gaglianone: Pietro è il film che dimostra che in Italia la dignità e l’onore (sì, l’onore) non sono morti (non ancora). Pietro è il film che si alza in piedi e guarda in faccia il nostro Paese, costringendoci a chiederci cosa siamo diventati. Attraverso gli occhi di Pietro vediamo un’Italia ridotta a poche strade, qualche scorcio di metropolitana e un’umanità abbrutita che si pasce della propria nullità e di un’avvilente mancanza di futuro. Gaglianone, lui, sta con Pietro, un italiano che non ha più nessun altro italiano cui volgersi in cerca di solidarietà e calore. Pietro è il custode di suo fratello Francis, un tossico che lo sfrutta e lo umilia. L’amore di Pietro, però, è forte, solido. Lui ci crede a suo fratello. Pietro è l’ultimo baluardo della dignità di Francis. Stringe i denti e continua a pensare al fratello e a se stesso come a una famiglia. Ma lo spacciatore Nikiniki che sfrutta Francis è convinto che «non bastano due fratelli a fare una famiglia». Pietro è un film che fa male. Bisogna letteralmente costringersi a guardare lo schermo. Bisogna permettere al dolore di calare nelle ossa. È questa la nostra vita. E questi sono i peggiori anni della nostra vita. Prodotto da Gianluca Arcopinto, Pietro di Daniele Gaglianone reinventa letteralmente il dolente patetismo desichiano ripulendolo di tutte le incrostazioni confessionali e umaniste. Ne risulta un film gonfio di un amore fassbinderiano. Pietro vuole solo essere amato. Ma nell’Italia di oggi non è possibile. Non più. Ognuno sta solo sul cuore della terra, per citare Quasimodo, ma la sera non viene mai a liberarci. Fine pena mai. Gaglianone conosce il cinema giusto. Le umiliazioni inflitte a Pietro richiamano alla memoria la locomotiva di Tognazzi in Io la conoscevo bene di Pietrangeli. Con Gherardo Gossi, eccellente direttore della fotografia, compone una sinfonia visiva che evoca Antonioni e il dolore sordo di Germania anno zero. Calvario laico, Pietro è il film più necessario del momento. L’epitaffio di un’Italia triste, violenta, arrogante e morta.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 33 del 2010

Autore: Giona A. Nazzaro

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