Regia di Tinto Brass, Luigi Comencini, Mauro Bolognini vedi scheda film
Il film a episodi furoreggiava nei 'mitici' anni '60; poi questo modo di fare cinema, che ha prodotto anche buoni risultati, si affievolì fino alla scomparsa quasi totale.
Il problema è come sempre la frammentarietà di tali operazioni che generano episodi riusciti, alternati ad altri irrisolti.
'La mia signora' si avvale di tre autori, Tinto Brass e Mauro Bolognini con due episodi a testa e Luigi Comencini con uno e interpretati, nelle vesti di protagonisti, da Silvana Mangano e Alberto Sordi.
Ne 'L'uccellino' (Tinto Brass), una signora (Silvana Mangano) è molto più attenta al suo canarino che al marito (Alberto Sordi), che decide di ucciderne uno dietro l'altro ma, alla fine, opta per risolvere il problema alla radice eliminando la moglie. E' poco più di uno sketch che Brass ha la bravura di strutturare quasi come una comica dell'epoca del muto, con dialoghi ridotti all'osso e montaggio serrato, con i due attori che recitano però in maniera un po' istrionica e un ulteriore suo limite proprio nella brevità. Voto: 6.
In 'Eritrea' di Luigi Comencini, un untuoso architetto (Alberto Sordi) per convincere un onorevole (Claudio Gora) ad approvare il suo progetto, gli 'concede' la prostituta (Silvana Mangano) che ha incontrato per caso per strada, facendola passare per sua moglie. E' il migliore dei cinque, grazie alla pungente sceneggiatura di Marcello Fondato, che parla di un'Italia in cui il mondo del lavoro è basato sui favori, sulle bustarelle con cui ingraziarsi il politico di turno, e alla bravura di Luigi Comencini, tanto nel dettare i ritmi giusti da commedia all'italiana, quanto nel trarre il meglio dai due mostri sacri, evitando specialmente le facili gigionerie in cui cadeva volentieri l'Albertone nazionale. Voto: 8.
In 'I miei cari' di Mauro Bolognini, un malato (Sordi) all'ospedale, anziché il conforto dei suoi familiari trova i loro rimproveri perché è venuto meno ai suoi doveri di capo famiglia. Bolognini opta per un registro grottesco che non è del tutto nelle sue corde e trae così un episodio senza infamia e senza lode, con la consueta eleganza formale ma anche privo di mordente, con gli interpreti impossibilitati a costruire bei personaggi anche per la limitatezza della durata. Voto: 6.
In 'Luciana', ancora di Mauro Bolognini, in un aeroporto, un uomo e una donna (Sordi e Mangano), che hanno accompagnato i rispettivi (e possessivi) coniugi (Marisa Fiorio e Mario Conocchia) in partenza per un viaggio, fanno conoscenza fino ad arrivare all'intimità, mentre l'aereo in volo subisce un guasto: tutto finirà, per così dire, 'bene' e loro torneranno succubi nelle loro rispettive 'prigioni' matrimoniali. Bolognini, dopo le incertezze del precedente episodio, avendo a disposizione una maggiore quantità di tempo, riesce a costruirne uno solido che gli permette di delineare due bei personaggi a tutto tondo, che brillano grazie ai due divi nostrani e a fare una credibile satira di costume su certi matrimoni che si reggono sulla convenienza e l'interesse invece che sull'amore. Voto: 7 1/2.
Ne 'L'automobile', girato da Tinto Brass, al quale spetta - dopo l'apertura, anche la chiusura del film - si assiste al ribaltamento dei ruoli rispetto a 'L'uccellino', in una storiella speculare, dove stavolta è il personaggio interpretato da Sordi ad essere morbosamente legato e più interessato alle sorti della propria macchina che della moglie (Mangano), il cui declassamento nella scala dei valori viene accolto con un sonoro schiaffone, che chiude bruscamente episodio e film. Brass, puntando più sui dialoghi e sull'istrionismo degli interpreti, dirige un lavoro migliore rispetto al primo, dimostrando di possedere un certo talento per la commedia, genere ben presto abbandonato dal regista milanese, anche se il tutto è anche qui mitigato dalla risicata durata. Voto: 6 1/2.
Un'opera più che dignitosa che ha ovviamente - seppur nei distinguo tra i vari episodi - come punto di forza l'affiatamento tra i due grandi attori, che nelle storie migliori danno il loro meglio, accantonando i loro vezzi divistici, anche grazie alle sapienti guide di Comencini e Bolognini e che è arricchita dalle immagini in b/n curate da Otello Martelli e dalla precisa scansione temporale dovuta al montaggio di Nino Baragli.
Voto globale: 7.
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