Regia di Monte Hellman vedi scheda film
E' un film straniante e come liquido, con una trama piuttosto vaga, costruita su un intersecarsi non sempre chiaro tra cinema e realtà.
L'espediente del troupe che gira un film il quale viene a fondersi e confondersi con la realtà non è nuovo. Si pensi ad es. ad "Effetto notte" di Truffaut, il quale tuttavia è completamente diverso per toni ed intenti. Hellmann, infatti, imprime al tutto la sua personale impronta, che distingue anche altri suoi film: una specie di rigore, di rarefazione; un tono leggero e quotidiano, ma per nulla umoristico o spensierato; infine l'irrompere di una violenza tanto cruda e spietata, quanto improvvisa e come banale.
Lo straniamento che avvolge il film si riflette anche sull'effetto che ha l'ambientazione: siamo in Italia, in vari siti della nostra penisola, ma non si ha la sensazione di trovarsi a due passi da casa. Il paesaggio, e luoghi come la scalinata di Piazza di Spagna, ci arrivano astratti e incolori.
Per quello che mi riguarda l'ho seguito senza sforzo, ma anche senza troppo coinvolgimento. Non mi è stato neppure facile ricostruire le scatole cinesi della trama tra cinema e realtà. Ci si lascia trasportare da una corrente leggera e indifferente finché si prende la botta in testa finale. Si vede le mano di un autore, ma anche un'idea di cinema personalissima e con la quale può essere difficile entrare in sintonia. Per il resto, c'è lo stesso senso di gelo e di disillusione, forse disperazione, che ho ravvisato nel lontano "La sparatoria" (1966), quindi si può dire che Hellmann non sia molto cambiato da allora. Solo l'ultima inquadratura, con lo zoom lentissimo sulla foto della donna, mi ha coinvolto e toccato.
Un film particolare, non per tutti i gusti, freddo, che mi ha lasciato freddo. Bravi, comunque, gli attori.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta