Regia di Seren Yüce vedi scheda film
Mertkan Ötzuna è un giovane turco alle prese con un mondo diviso ed opprimente, in cui l’autorità si esprime attraverso l’arroganza e la violenza, in pubblico come in privato. La libertà è ottusamente soffocata soprattutto tra le pareti domestiche: il ragazzo soffre orribilmente per i soprusi inflittigli da Kemal, il padre padrone che cerca di plasmarlo a sua immagine e somiglianza, impedendogli di operare scelte autonome. Nella Istanbul dei nostri giorni, la tradizione patriarcale dell’Islam sopravvive in un contesto che di religioso conosce ormai solo la ritualità e quel presunto marchio culturale che alimenta il pregiudizio contro le minoranze etniche. A una di queste appartiene Gül, la ragazza curda di cui Mertkan si innamora, e con cui Kemal gli ordina di interrompere ogni rapporto. Lei, studentessa e cameriera in un fast food, è a sua volta fuggita dal villaggio d’origine per sottrarsi alle imposizioni della sua famiglia. Agli occhi degli amici di Mertkan è solo una zingara, indegna di essere amata come donna, e, per Kemal, è una frequentazione disdicevole per il figlio di un imprenditore edile, che, una volta dimostrata la sua virilità assolvendo il servizio militare, non può fare altro che subentrare al padre nella conduzione dell’azienda. Del glorioso impero ottomano è rimasto solo un retaggio avvilente, costituito dal culto di una mascolinità aggressiva e prevaricatrice, su cui si basa l’atteggiamento tipico della classe media cittadina nei confronti dei contadini, degli operai, dei lavoratori impiegati nei servizi. La chiusura nei confronti del diverso si copre di un malinteso senso dell’orgoglio e di un cinismo sociale che usa la corruzione e la prevaricazione come armi di difesa del proprio status privilegiato. Al di fuori delle roccaforti del potere di casta, l’ambiente appare anonimo e spoglio, incrostato di degrado, inaridito dalla sterilità morale e dall’assenza di risorse su cui basare la costruzione di un paese veramente moderno. Lo squallore impregna l’aria, ferma e rarefatta, e finisce per invadere l’anima, trasmettendosi per contagio, o forse per eredità genetica; l’amore e la solidarietà nascono dal cuore, ma basta poco per lasciarsi catturare da un sistema in cui la frustrazione è all’ordine del giorno e l’unico principio vigente è la legge del più forte. Mertkan, privato di tutti i suoi sogni, è destinato a cedere; nella sua patria, e in mezzo alla sua gente, si sente come un esule in una terra straniera, la quale non ha nulla da offrirgli, ed appare irrimediabilmente vuota e incomprensibile. Majority è la storia di un naufragio nelle acque di casa, che si rivelano inaspettatamente fredde e ostili, e contro le quali non è possibile lottare, soprattutto se ci si ritrova soli.
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