Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
I segreti di un misterioso passato, le atrocità della guerra in medio-oriente, la tragedia greca. Questi gli elementi che mescola con indubbie capacità registiche il canadese Villeneuve, dotato di talento narrativo cinematografico, di chiarezza d'idee e intenti, di proprietà delle immagini. Flashback rivelatori, simbolismi matematici, ellissi nel racconto, capitoli scanditi da titoli sibillini o località geografiche. Recitazione sempre al centro della scena, luoghi co-protagonisti. Tensione che scava nello spettatore incollandolo allo schermo, colpendolo ripetutamente, senza però mai infierire gratuitamente (fermo restando che il finale è discutibilmente forte). Due ore tirate, tese, incalzanti, appassionanti, altamente drammatiche. Tratto da un'opera teatrale, La Donna Che Canta è in qualche modo parente de Il Cacciatore D'Aquiloni: parla di macigni interiori, dell'orrore che segna una vita intera, di promesse da mantenere, di un'agognata pace da raggiungere, dell'amore supremo capace di imporsi anche sul peggior odioso incubo possibile.
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