Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Dal regista canadese Denis Villeneuve un bell'esempio di film sull'eterno conflitto che insanguina il Medio-Oriente: all'autore interessano più che altro le conseguenze che l'odio tra razze diverse provoca sulle vite degli esseri umani coinvolti.
Villeneuve procede in maniera ellittica, con sequenze che, in un primo momento sembrano quasi insignificanti ma che, riprese successivamente, in effetti, ritrovano il loro senso.
Come già sottolineato, all'autore preme più l'aspetto umano che quello politico, generalmente prevalente in opere che trattano questa tematica. Forse è anche per questo che ne sortisce un grande film, con alcune scene - ad esempio quella in cui la madre riconosce colui che, allo stesso tempo, è suo figlio e anche torturatore - di straordinario impatto visivo.
Grandiose le prove di Lubna Azabal e Melissa Desormeaux-Poulin, madre e figlia nella finzione; nel ruolo del notaio, l'attore feticcio di Denys Arcand, Remy Girard.
Voto: 8.
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