Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Canada, nell' ufficio un notaio legge il testamento della sua ex impiegata rivolto ai due figli, lì presenti. Vengono a sapere dell'esistenza in vita di un padre mai conosciuto e di un fratello, a cui consegnare una lettera. Aiutati dal notaio in tempi e modalità diverse, i due giovani gemelli Jeanne e Simon intraprendono un viaggio verso i territori palestinesi in Libano,di cui sono originari, e verso la ricerca di una verità che si rivelerà dolorosa e sconvolgente segnando indelebilmente la loro vita. Il regista Denis Villeneuve riesce con abilità a fare scorrere parallelamente le vicende dei due ragazzi alternando la storia della madre, in un contesto di estrema attualità politica e sociale senza che la vicenda personale ne risenta, anzi le situazioni concatenate si incastrano nei due livelli temporali, offrono punti di vista e variazioni strutturali ben guidate dai personaggi mai statici e sempre dinamici in continua evoluzione. Sarà un viaggio alla ricerca delle proprie radici,con uno stile asciutto ed esteticamente sobrio il regista manipola la storia infarcita di colpi bassi, sorprese, e rivelazioni ad effetto.Forse un pò troppo costruito, ma La donna che canta, che meritatamente è stato inserito fra i candidati all'Oscar come miglior film straniero 2011 mantiene tutto ciò che promette fino dalle prime battute. Costruito su piani ravvicinati che si alternano a piani sequenza che si distanziano dai soggetti perchè vengano assorbiti dallo sfondo, la pellicola si destreggia nel gioco di sentimenti contrastanti e in continua trasformazione. Villeneuve usa l'aridità della terra con la desolazione assoluta dei paesaggi deprivati dalla speranza, la contappone alla fluidità dell'acqua dalla quale non a caso in una dimensione meno statica e meno formale emergerà la forza della verità in tutta la sua carica emotiva e dirompente.
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