Regia di Edgar Wright vedi scheda film
Dopo “Ultima notte a Soho”, che avevo trovato interessante e audace a livello visivo ma in definitiva piuttosto risaputo e non troppo innovativo, approdo a questo “Scott Pilgrim vs the world” del talentuoso Edgar Wright, che con l’altro film condivide soprattutto l’infausta circostanza di essere stato un fiasco nelle sale, con un incasso mondiale di soli 47 milioni di dollari a fronte di un budget altissimo di ben 85 milioni. Si tratta dell’adattamento cinematografico di una graphic novel in sei volumi su un ragazzo di 22 anni, nerd e bassista in una band dal curioso nome “Sex Bob-omb”, sulle sue frequentazioni sentimentali fino all’incontro con una tale Ramona Flowers per cui dovrà ingaggiare un’aspra lotta con i suoi terribili 7 ex fidanzati (di cui una è una donna). Una pellicola di non facile classificazione a dire il vero, perché apparentemente può sembrare un tipico film per adolescenti con un’estetica fin troppo sbilanciata sul versante “videogioco”, ma le ambizioni di Wright di creare un prodotto fuori dagli schemi sono evidenti, un film che vorrebbe essere molte cose allo stesso tempo, un elogio poetico e struggente della fantasia e della creatività come basi di una personalità matura e armoniosa, ma anche una commedia con rotture di tono e passaggi quasi demenziali da cartoon sopra le righe. L’amalgama è ben risolto? A mio parere il film funziona dignitosamente per buona parte della sua durata, ma sempre con qualcosa di eccessivo e fin troppo ricercato, ostentato nella contaminazione stilistica: i duelli con i vari ex fidanzati dopo un po’ mostrano chiaramente la corda, sono risolti in maniera meccanica e con coreografie che sembrano un po’ la brutta copia dei combattimenti di “Kill Bill” di Tarantino, pellicola che ha tutt’altra consapevolezza della sua natura di ibrido stilistico post-moderno. La cura per l’immagine è costante, ma l’abuso di facili espedienti nel ricorso agli effetti speciali e a cromatismi fin troppo caricati dopo un po' stanca, e non aiuta ad appassionarsi alle vicende di un nerd un po’ troppo saccente per la sua età e un po’ troppo imbambolato per essere il seduttore di sventole supersexy che ci mostra il film. Gustose comunque parecchie scene che vedono interagire i caratteristi, fra cui i più simpatici e meglio caratterizzati risultano probabilmente l’amico gay Wallace di Kieran Culkin e la sorella Stacey di Anna Kendrick; riconosco al protagonista Michael Cera di aver reso con buona efficacia lo spaesamento emotivo e la goffaggine di Scott. Insomma un film fin troppo allineato alla nozione di “style over substance”, che personalmente non mi ha fatto impazzire e di cui in parte comprendo il rifiuto del pubblico, ma anche una commedia romantica un po’ folle e squinternata che non manca di invenzioni originali e di trovate che vanno a segno.
Voto 7/10
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