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La mia geisha

Regia di Jack Cardiff vedi scheda film

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Scarlett Blu

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La recensione su La mia geisha

di Scarlett Blu
8 stelle

Film visto molti anni fa, di cui ho un piacevole ricordo, che non avevo più avuto occasione di rivedere neppure in qualche passaggio televisivo.
Tipica e frizzante commedia di inganni ed equivoci, prodotta negli anni '60, con una spumeggiante Shirley MacLaine, fantastica attrice di indubbio talento che sa passare con disinvoltura da un registro all'altro, come dimostra di saper fare anche qui.
La storia è semplice, ma intelligente, elegante e molto ben orchestrata: Lucy Dell è una famosa attrice comica di Hollywood, diretta quasi esclusivamente dal marito Paul (Yves Montand) in molti film.
Il marito, stanco di vedere la sua fama dipendere dai successi della moglie, per necessità di affrancamento, decide di andare in Giappone per dirigere un film drammatico sulla storia di Madame Butterfly.
Il marito vuole una ragazza giapponese nel ruolo della protagonista, per rendere il film più realistico e suggerire meglio lo spirito del paese.
Lucy acconsente con un lieve disappunto - crede a ragione di poter sostenere un ruolo drammatico - ma a insaputa del marito, lo seguirà oltreoceano e si travestirà da geisha, decisa a dimostrare di poter sostenere la parte.
L'inganno funziona così bene che Lucy viene scritturata, aiutata anche da un amico produttore che le regge il gioco, e che le affianca una vera geisha per aiutarla a comprendere lo spirito del personaggio che deve interpretare, questo almeno fino a quando il marito non la scopre, e il tono del film cambia diventando un poco più amaro e disincantato.
Il film funziona molto bene, ci si diverte con l'ironia e si sorride volentieri e non manca qualche situazione paradossale, come quando Lucy in una scena assai divertente si mette a parlare un improbabile giapponese più che maccheronico inventato di sana pianta di fronte a un lottatore di sumo, o quando l'attore allegro donnaiolo che deve impersonare Pinkerton, invaghito di lei, tenterà di sedurla arrivando al punto di volerla sposare.
Sul finale, la commedia diventa leggermente ricattatoria, perchè gioca un filo sporco sulla sfiorata crisi coniugale dei due protagonisti, e sul ruolo della moglie subordinata al marito nella società orientale contrapposta a quella occidentale, ma è un difetto che nel complesso dell'insieme si può perdonare, imputabile ai tempi.
Girato molto in interni, a parte alcune scene della Madama Butterfly, l'immagine del Giappone e dei suoi costumi eleganti e tradizionali è un po' idealizzata, ma risulta davvero gradevole e molto colorato, rispetto alla scene iniziali nella casa moderna e monocroma americana.
Un' ora e mezza vola via senza pensieri e non ci si annoia affatto. Sufficienza piena e decisamente abbondante.

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