Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Sempre, durante la vita, ma soprattutto quando si raggiunge una certa età, si ha il diritto di pensare a quello che può esserci dopo la morte. Si ha il diritto di ipotizzarlo e anche di sperarlo. E si ha, infine, il diritto di esprimere questa speranza, questo pensiero, in forma artistica, secondo la disciplina a ciascuno più congeniale. Nel caso specifico, Clint Eastwood ha tutto il diritto di farci un film: un film che a me non è piaciuto. Hereafter annoda questo pensiero d'aldilà con un paio di eventi che hanno colpito l'umanità negli ultimi anni, come lo tsunami in Tailandia del dicembre 2004 e gli attentati alla metropolitana londinese del luglio 2005.
A mio parere il film è artificioso nell'intrecciare i destini di tre persone che in diverse circostanze hanno avuto esperienze sovrannaturali legate all'aldilà, al post mortem. Si avvertono secondo me un po' troppo gli incastri che spingono le vite dei tre protagonisti a convergere nel medesimo luogo nello stesso momento. Così come non mi convince il buonismo - per certi versi l'ingenuità - di questi tre personaggi, contrapposto al cinismo che li circonda, in particolare a quello del giornalismo televisivo, che pretende dai suoi protagonisti sempre lo stesso comportamento standardizzato. Pur non essendo un sostenitore senza se e senza ma del Clint Eastwood regista, rimpiango in questo caso il classicismo emozionale ed emozionante di Million Dollar Baby.
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