Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Eastwood aggiunge un altro tassello alla sua ormai quarantennale carriera registica: filmando uno script di Peter Morgan - non certo il suo migliore - Clint riesce ad evitare le trappole a cui una storia del genere poteva facilmente prestarsi.
La prima delle tre vicende narrate, che vede come personaggio principale una reporter francese (Cecile de France) scampata per miracolo allo tsunami abbattutosi nel Sud-est asiatico nel dicembre del 2004 - una sequenza assolutamente impressionante - è, secondo me un pò irrisolta, mentre quella con Matt Damon nel ruolo del precario con doti da medium, contiene alcune scene intimiste, con l'attore inquadrato in una stanza illuminata da luce naturale, che sono un vero e proprio marchio di fabbrica dell'autore di San Francisco. La migliore delle tre storie parallele è comunque la terza, che si svolge a Londra e ha per protagonista un ragazzo disperato per la morte del proprio gemello.
Il regista da il meglio di sè proprio in due casi che, in mano ad altri, avrebbero quasi certamente dato luogo a scene ricattatorie: la morte per un motivo futile del ragazzo e l'attentato alla metropolitana del luglio 2005: tutte e due le scene vengono filmate, prima facendo crescere la tensione poi, a fatto avvenuto, alzando ed allontanando la macchina da presa, quasi per una sorta di pudore e di rispetto nei confronti della persona o delle persone su cui tali sciagure si sono abbattute, lasciando allo spettatore immaginare il seguito.
Voto: 8.
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