Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Il grandioso Clint non ci parla dell'aldilà, come in Million Dollar Baby non ci parla di pugilato. Perchè non è questo che gli interessa, ma anche perchè dell'aldilà nessuno può parlarne, e chi lo fa mente o imbroglia (quasi tutti) oppure lo fa suo malgrado (l'eccezione), come Matt Damon (non mi piaceva così da Will Hunting), un eroe che non vorrebbe esserlo. Come Frankie con Maggie o Kowalski con Thao: sono eroi (eroi morali), loro malgrado.
Lo sguardo, la tenerezza, l'ampiezza, la maestria, il respiro, la saggezza di Clint sono emozionanti, e questo è di una preziosità inestimabile e di una rarità quasi unica.
Personalmente considero Mystic River e ancor più Gran Torino i suoi massimi capolavori, ma Hereafter segue a breve distanza, molto meglio di Changeling o Invictus, per citare tra i più recenti.
La bellezza e la grandezza di un autore capace di analizzare la vita (l'aldiqua, non l'aldilà) da qualsiasi angolazione, attraverso temi-pretesto, per cercare di indicare punti di contatto, possibilità di connessione, sentieri per potenziali avvicinamenti, occasioni solo apparentemente casuali di incontro, di scambio, di abbraccio, di riscatto, di redenzione, con mano rude e dolcissima, che ci accarezza e ci scortica, ogni volta di più. Poi, in fondo, sapere, capire o non capire, cosa ci sia dopo la vita, è impossibile e non ci servirebbe a niente, meno che mai a renderla migliore.
Letteralmente stregata da Clint, di una bravura sconvolgente, ama e fa amare il suo personaggio con affetto e passione, toccandoci.
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