Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
“Ma dove è andato?” “Non lo so.” “Ma come non lo so! Hai fatto tante sedute e non lo sai?” “…non lo so…”
Il finale del dialogo della seduta tra il piccolo Marcus e il protagonista George si conclude così, in maniera incerta, con la delusione del bravo ragazzino che vuole notizie del fratellino. George/Matt Damon quindi non solo rivela che non riesce ad andare oltre quello che gli è concesso di “sentire” dall’aldilà, ma praticamente descrive il senso di questo film: quello dei dubbi, delle aspettative, delle speranze, della paura o della serenità di tutto ciò che ci aspetta quando ogni uomo attraversa la porta che divide la vita dalla morte. E’ l’opera di Clint che ci fa riflettere di più, però senza farci spaventare. Il suo merito è di parlare di questo passaggio all’ALDILA’ con una serenità e una calma ancora maggiori che nei film precedenti, una serenità che ci trasmette tramite il suo ormai proverbiale ritmo, tanto lento che ritmo (termine che dà l’idea di velocità) ritmo non è. Tutti noi, innamorati del Clint regista, abbiamo fatto subito riferimento ai suoi più recenti film, perché parlano sempre ormai della morte: in GRAN TORINO è lui che va a morire consapevole e senza armi per difendere l’onore di un giovanotto di etnia diversa; in MILLION DOLLAR BABY la morte la dona addirittura alla persona a cui sta volendo veramente bene, riaprendo quindi la discussione sulla dolce morte. Ha 80 anni, beato lui, e ci pensa, come ci pensiamo tutti soprattutto quelli come me ormai, diciamo, maturi. Il film, comunque, io l’ho trovato bellissimo ed emozionante e mi ha fatto un grande piacere l’accenno di applauso che si è levato in sala durante i titoli di coda. Anch’io non l’ho amato molto con il sigaro in bocca o con la calda canna fumante in mano, ma da anni è, a mio parere, un grandissimo regista e non perché ha le massime doti tecniche che ci si aspetta dai grandi registi, ma per come sa raccontare le storie, per i lenti passi del racconto, per la dolcezza degli attori e attrici che sceglie, per la dolcissima musica che accompagna le inquadrature. Grazie Clint, nostra MORAL GUIDANCE (vero direttore Fittante?).
Dolce, come solo Clint sa accompagnare le sue scene
Degna della fama che ha saputo conquistarsi
Avrei preferito un attore meno fisico, ma aspetto di vederlo in lingua originale per dare un giudizio definitivo.
Bravissima
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta